Rifiuti tessili, i recuperatori: “Regime EPR non duplichi quello che c’è già”

di Redazione Ricicla.tv 09/10/2024

Nell’ambito di ‘Impianti Aperti on the Road’ visite guidate allo stabilimento di selezione dei rifiuti da abbigliamento di Humana People to People Italia. Nel corso del convegno, promosso nell’ambito della campagna Assoambiente, sono state approfondite opportunità e criticità legate all’istituzione della responsabilità estesa del produttore nella filiera globale del tessile. L’appello degli operatori: “Evitare che le risorse degli eco contributi finiscano a duplicare attività che già svolgiamo da decenni”


La filiera italiana della raccolta e selezione dei rifiuti da abbigliamento vanta eccellenze industriali di rilievo continentale, capaci di recuperare e reimmettere sul mercato del riuso e del riciclo decine di migliaia di tonnellate di abiti e accessori dismessi ogni anno. Ma in pochi lo sanno e il rischio, ora che in Ue si sta discutendo la revisione delle norme di settore, è che il know how degli operatori non venga riconosciuto e valorizzato. Per questo, in occasione del World Circular Textiles Day, la campagna di comunicazione di Assoambiente ‘Impianti aperti: on the road’ ha scelto di fare tappa in uno dei principali poli impiantistici nazionali, quello di Humana People to People Italia a Pregnana Milanese. “Iniziative come ‘Impianti Aperti’ – ha chiarito Andrea Fluttero, presidente di UNIRAU, sigla nazionale della selezione, raccolta, riuso e riciclo degli abiti usati – hanno l’obiettivo di far conoscere ai cittadini le aziende che rendono reale il concetto di economia circolare e giustificano il loro impegno nel fare correttamente le raccolte differenziate. In questo caso c’è un secondo obiettivo, quello di farci conoscere ai consorzi dei produttori che entreranno nella nostra filiera con l’istituzione del regime di EPR (responsabilità estesa dei Produttori)”.

Stando alla proposta di revisione della direttiva quadro rifiuti, presentata dalla Commissione Ue e attualmente oggetto dei negoziati tra Consiglio e Parlamento, in linea con la strategia europea per il tessile circolare il nuovo regime di responsabilità estesa del produttore – che secondo Bruxelles andrà attivato dagli Stati membri entro 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva – dovrà da un lato migliorare la produzione in termini di qualità e vita utile dell’immesso a consumo, contrastando il fast fashion, e dall’altro introdurre nuovi strumenti per la gestione del post consumo, come il prelievo di un eco contributo su ogni capo venduto. “Le aziende e le cooperative che rappresentiamo – ha detto Fluttero – hanno una lunga esperienza nella raccolta e nella selezione e valorizzazione dei rifiuti da abbigliamento e vorremmo evitare che le risorse che proverranno dagli eco contributi finiscano a duplicare attività che già svolgiamo da decenni anziché essere utilizzati nella gestione sostenibile degli scarti della selezione che, a causa della sempre più massiccia presenza di ‘fast fashion’, sono sempre più numerosi”.

Un settore, quello della raccolta e selezione, che l’ultima tappa di ‘Impianti Aperti’ ha consentito al pubblico di conoscere dall’interno, aprendo ai visitatori i cancelli di un impianto d’eccellenza come quello di Humana People to People Italia, con una capacità di trattamento fino a 12 mila tonnellate annue, grazie ai 23 silos alimentati automaticamente da un nastro trasportatore e 13 postazioni dedicate allo smistamento di categorie specifiche. La fase di selezione suddivide il materiale raccolto in 25 macro-categorie di prodotto fino ad arrivare a circa 65 sottocategorie: il 65,5% dei materiali ingresso è destinato al riutilizzo, il 27,1% circa è avviato a riciclo e una piccola parte (7,4%) è destinata al recupero energetico o utilizzata come combustibile solido secondario. L’impianto di selezione è l’anello fondamentale della filiera integrata e trasparente, che si alimenta grazie all’attività di oltre 5.500 contenitori stradali, 6 impianti di stoccaggio, 18 negozi, 1 canale e-commerce e numerose collaborazioni con aziende del settore tessile abbigliamento e moda.

“Siamo felici di prendere parte a questa iniziativa importante in un momento cruciale di cambiamento per il settore del tessile post-consumo. Alla luce infatti della nuova normativa sulla Responsabilità Estesa del Produttore è fondamentale un dialogo continuo tra operatori del settore, istituzioni e brand per costruire una filiera sostenibile, adottando un approccio globale. Il settore del second hand, infatti, impiega centinaia di migliaia di persone in Europa e milioni di persone in Africa, generando non solo un impatto sociale importante ma anche ambientale: il riutilizzo di un capo, infatti, ha un impatto ambientale fino a 70 volte minore rispetto ad un capo nuovo. Per questo auspichiamo che le nuove direttive tengano conto di questi aspetti e coinvolgano in prima persona gli operatori del settore nel definire una strategia trasparente, globale e sostenibile”, ha evidenziato Karina Bolin, presidente e amministratrice delegata di Humana People to People Italia. Stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dalla Commissione Ue “il trilogo con i co-legislatori dovrebbe iniziare a ottobre e la speranza è di terminare entro la fine dell’anno ma al momento non ci sono ancora date certe”, ha rivelato Vincenzo Gente, membro della direzione ambiente dell’esecutivo di Bruxelles.

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