L’Italia è il paese Ue che ricicla la quota maggiore dei propri rifiuti

di Redazione Ricicla.tv 02/10/2024

Secondo Eurostat, nel 2022 il nostro paese ha avviato a recupero di materia l’85% degli scarti gestiti, tra urbani e speciali. Più del doppio della media Ue, attestatasi nello stesso anno al 40,8%


Nel 2022 l’Italia è stata il paese europeo che ha avviato a recupero di materia la maggiore quota di rifiuti generati. Lo certifica l’ultimo aggiornamento della banca dati Eurostat, secondo cui l’85% degli scarti gestiti nel nostro paese, tra urbani e speciali, è stato avviato a riciclo, più del doppio della media Ue attestatasi nello stesso anno al 40,8%. Complessivamente, si legge nel database. a fronte di 160 milioni di tonnellate di rifiuti gestiti, più di 137 sono stati avviati a riciclo, mentre sono poco più di 14 i milioni di tonnellate smaltiti in discarica, pari all’8,8% del totale, a fronte di una media europea del 38,2%. Un dato, quello sullo smaltimento in discarica, in calo rispetto ai 15,6 milioni di tonnellate del 2020 – quando la produzione e gestione dei rifiuti era però stata condizionata dagli effetti della pandemia – e ai 18,3 del 2018.

Il nostro paese, dicono i numeri di Eurostat, guida la classifica europea per circolarità nella gestione dei propri rifiuti, trainato dalle filiere d’eccellenza sul fronte degli urbaniimballaggi e biowaste su tutte – e dalla consolidata attitudine del sistema produttivo a recuperare dagli scarti le risorse che un territorio povero di materia prima vergine non può offrire: dai metalli alle fibre di cellulosa. Tornando ai numeri, sia in Ue che in Italia la principale quota di rifiuti avviati a riciclo resta però quella dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione: 254 i milioni di tonnellate riciclati nel 2022 dai paesi dell’Unione, 52,7 dei quali in Italia, pari al 38,4% dei rifiuti complessivamente riciclati dal nostro paese. Resta tuttavia sopra la media europea il dato sulla produzione pro capite, con 1883 kg per cittadino (al netto dei rifiuti minerali) a fronte dei 1777 dell’Unione. Un dato in crescita rispetto a quello registrato nel 2010, quando ogni cittadino italiano aveva prodotto 1674 kg di scarti, in quel caso al di sotto della media Ue di 1720 kg.

Complessivamente, riporta Eurostat, al netto dei rifiuti minerali nel 2022 l’Ue ha generato 795 milioni di tonnellate di rifiuti, pari in media a 1,8 tonnellate per abitante. Se non si contano gli inerti da costruzione e demolizione (858 milioni di tonnellate) e quelli generati da cave e miniere (506 milioni), i livelli più elevati di produzione si sono registrati nei servizi idrici e di gestione dei rifiuti (216 milioni di tonnellate), nelle famiglie (193 milioni di tonnellate) e nelle attività manifatturiere (166 milioni di tonnellate). Comparti che seguono trend diversi: tra il 2004 e il 2022, la produzione di rifiuti da parte dei servizi idrici e dei rifiuti e delle famiglie è aumentata rispettivamente del 187,2% e del 10,6%, mentre la produzione da parte delle attività manifatturiere, riporta Eurostat, è diminuita in modo considerevole, in calo del 30,7%.

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