Il 2019 è stato un anno in attivo per il settore del waste management, nonostante il quadro macroeconomico non del tutto favorevole per l’economia italiana. Sono cresciuti gli investimenti e chi non ha investito ha consolidato la propria posizione. Rimane tuttavia un profondo gap tra Nord e Sud, legato soprattutto a diverse modalità di governance. In estrema sintesi il settimo annual report presentato da Althesys del corso di un webinar trasmesso su Ricicla.tv restituisce l’immagine di un Paese sempre più performante dal punto di vista della tecnologia, performance tuttavia opacizzate da un divario territoriale ancora tutto da recuperare.
«Il waste management sta vivendo una fase di grande trasformazione – sottolinea il ceo di Althesys Alessandro Marangoni, economista e coordinatore di WAS-Waste Strategy –. Le convergenze sviluppate dalle utility con settori diversi sarebbero state impensabili anche solo qualche anno fa. Al centro di questo cambiamento ci sono due elementi: da un lato l’innovazione, che sta trasformando l’attività delle aziende da semplice raccolta rifiuti a processo di recupero di materiali. Questo crea nuovi business, sui quali le grandi aziende puntano, come mostrano i dati sugli investimenti, in aumento nonostante un quadro economico molto difficile. Dall’altro, la convergenza settoriale, che consente all’industria della gestione rifiuti di poter dialogare, assai più che in passato, con grandi realtà industriali nell’obiettivo comune dell’economia circolare».
Una delle filiere trainanti della capacità di investimento e innovazione è quella della frazione organica dei rifiuti, grazie alle possibilità offerte da biogas, biometano e bioplastiche. Un’analisi dell’evoluzione impiantistica su un campione di 37 impianti, rappresentativo del 45%, evidenzia il progressivo abbandono del TMB (trattamento meccanico-biologico) a favore del compostaggio e dell’integrazione con la produzione di biogas e biometano. Bene anche il settore dei maceri e delle plastiche, che nonostante le criticità legate alla saturazione dei mercati interni alla chiusura del l’import da parte di certi Paesi, grazie al ripensamento dei modelli di raccolta e riciclo chimico avanzano verso il futuro con determinazione. L’innovazione traina anche il settore dei Raee dei rifiuti da pile e accumulatori, mentre il fotovoltaico a fine vita è un mercato di grande potenziale data l’anzianità crescente degli impianti e il progresso tecnologico. I maggiori 110 player operanti nella selezione di carta, plastica, metalli, legno, vetro, FORSU e RAEE, aventi volume d’affari superiore ai 5 milioni di euro, hanno registrato un valore della produzione di 2,3 miliardi di euro (+4% sul 2018), e un EBITDA di 269,5 milioni (+3% sul 2018). Il 60% delle aziende opera nel Nord Italia, in particolare in Lombardia e Veneto.
Tornando ai rifiuti urbani Althesys prende in esame 120 operatori di raccolta, trattamento e smaltimento, che per il 61% sono rappresentati da imprese pubbliche di piccole e medie dimensioni, con un valore della produzione di circa 9,4 miliardi di euro. Complessivamente nel 2019 le maggiori 230 aziende del waste management hanno registrato un valore di produzione pari a 11,7 miliardi di euro, con un aumento dei rifiuti gestiti (+6,4%) e degli investimenti (+4,1%), rispetto al 2018. Le aziende operanti nella raccolta hanno coperto il 56% dei comuni italiani servendo circa il 70% degli abitanti e raccogliendo l’equivalente del 76% dei rifiuti urbani generati nel 2018. M> anche in questo settore la differenza tra Nord e Sud è vistosa: il sistema di gestione dei rifiuti nel Mezzogiorno è infatti affidato per lo più ad operatori metropolitani ed aziende private e gli investimenti rimangono limitati. Le grandi multiutility Infatti si concentrano nelle regioni settentrionali, una differenza che pone la necessità di trasferire al Sud nuovi sistemi di governance che contribuiscano a dare un profilo industriale alla gestione dei rifiuti e attraggano investimenti.
Acquisizioni, alleanze e nuovi investimenti sono infatti al centro di alcune delle più importanti operazioni del 2019 prese in esame dalla report, che si chiude con l’auspicio di una politica nazionale di medio termine che spinga i gestori dei rifiuti nella direzione della crescita, requisito chiave per efficientare servizi e rendere sostenibili gli investimenti impiantistici utili. Un futuro nel quale Arera sarà tra i principali protagonisti: l’ingresso dell’authority con l’applicazione di una tariffa regolata e la spinta verso costi efficienti potrà determinare un riallineamento dei valori per gli operatori ancora poco competitivi e dare ulteriore impulso all’innovazione di cui il Paese ha tanto bisogno.