“Mitigare” e non “evitare” il rischio di dissesto idrogeologico. È questo l’obiettivo della struttura di missione costituitasi per far fronte alle emergenze che si scatenano a seguito di calamità naturali nel nostro Paese. Alluvioni al Centro-Nord dove le città – quasi tutte – sono attraversate da fiumi, e frane nelle regioni del Sud sono due tra i maggiori pericoli che incombono sull’Italia. Per prevenire i rischi e mitigare i danni, RemTech, principale fiera italiana sulle bonifiche dei siti contaminati, la protezione e la riqualificazione del territorio, in collaborazione con Italia Sicura ed Esonda e sotto il coordinamento scientifico di Alta Scuola, ha presentato a Roma, presso la sala polifunzionale della Presidenza del Coniglio del Ministri, le linee guida per una strategia di prevenzione. Una prima stesura del progetto che sarà presentato nella sua versione definitiva nel corso della prossima edizione della fiera RemTech, che si terrà a Ferrara dal 21 al 23 settembre.
Al centro del dibattito il Piano Nazionale 2015-2020 contro il dissesto, ma anche le linee guida per la progettazione degli interventi di mitigazione, le best practice e le tecnologie innovative per la realizzazione di opere strutturali. Così come i piani di manutenzione e di monitoraggio delle aree a rischio. Tra i dati emersi dalla giornata formativa, quelli relativi all’esiguo stanziamento di fondi da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni. Appena 600mila euro (un terzo dei quali rimasti quasi sempre non spesi) investiti in opere di messa in sicurezza a fronte di una spesa annua media di 3 miliardi e mezzo che il Paese ha dovuto affrontare per finanziare il risanamento dei danni da calamità.
Tra i relatori della giornata propedeutica all’evento fieristico di fine settembre, Mauro Grassi, Direttore di Italiasicura, esponenti del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Ambiente, del Dipartimento della Protezione Civile e di ISPRA. La pianificazione delle misure di intervento riguarda 9500 siti sparsi su tutto il territorio nazionale e per finanziarle, la spesa necessaria stimata si aggira attorno ai due miliardi l’anno. Misure e stime sostenibili a detta dei relatori, il cui auspicio è quello di riuscire a porre fine ad uno stato emergenziale permanente legato alla vulnerabilità geologica dell’Italia.