Un nuovo passo in avanti verso l’approvazione definitiva del pacchetto europeo di misure sull’economia circolare. La Commissione Envi del Parlamento Europeo ha infatti approvato oggi il dossier contenente le nuove direttive su rifiuti, imballaggi, discariche, pile e accumulatori, veicoli a fine vita e Raee. «Dopo lunghi negoziati con il Consiglio, siamo riusciti a portare a casa un grande risultato che getta nuove basi per uno sviluppo economico e sociale europeo sostenibile. Gli Stati membri saranno obbligati a seguire misure chiare e comuni sul ciclo di vita delle materie prime e sullo smaltimento dei rifiuti», ha affermato l’eurodeputato Simona Bonafè, relatrice del pacchetto al Parlamento Ue. Il pacchetto introduce, tra gli altri, nuovi obiettivi di riduzione dei rifiuti, di riciclo e limiti ai conferimenti in discarica per i Paesi membri.
Il testo approvato oggi dalla Commissione Envi è lo stesso sul quale nella notte tra il 17 e il 18 dicembre scorsi Parlamento e Consiglio erano giunti ad un accordo provvisorio a valle di una lunga trattativa. Il voto definitivo in plenaria sul pacchetto è previsto invece per metà aprile, quando saranno passati poco più di due anni dalla presentazione delle proposte messe originariamente a punto dalla Commissione Europea, nel dicembre 2015. Un negoziato, quello tra Consiglio e Parlamento, a valle del quale sembra aver prevalso la posizione degli Stati membri. Lo scorso marzo infatti il Parlamento aveva approvato la sua versione del pacchetto, modificando in chiave decisamente più ambiziosa quella dell’esecutivo. Ma le ambizioni dei parlamentari escono decisamente ridimensionate dalla lunga ed estenuante trattativa con gli Stati rappresentati in seno al Consiglio, come dimostra il confronto tra le varie proposte sul tavolo.
Partiamo dai target di riciclo dei rifiuti urbani. Se nella versione del Parlamento si fissava infatti l’obiettivo al 70% entro il 2030, e nella proposta originaria della Commissione il target era 65% al 2030, l’accordo siglato oggi prevede invece un più prudente 65% al 2035. Ridimensionati anche i target sugli imballaggi: il Parlamento chiedeva infatti l’80% entro il 2030, la Commissione proponeva il 75% al 2030, mentre l’accordo si ferma invece al 70%. Quanto alla riduzione dei conferimenti in discarica, i parlamentari chiedevano un tetto del 5% al 2030, mentre la versione proposta dalla Commissione Juncker fissava al 2030 un target massimo del 10%.