Con 947 reati penali e violazioni amministrative accertate, 1185 denunce, 24 milioni di beni sequestrati, 30 casi di disastro ambientale e 118 di delitto di inquinamento appurati, il bilancio di questi primi 8 mesi di attuazione della legge sugli ecoreati, è ampiamente positivo e lancia segnali di grande incoraggiamento. Se ne è parlato questa mattina a Montecitorio, nel corso di un convegno promosso da Legambiente e al quale sono intervenuti il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, e una folta platea di rappresentanti politici, membri delle commissioni d’inchiesta su ambiente, territorio, lavori pubblici e, ovviamente, rifiuti. Nella classifica stilata da Legambiente per l’accertamento dei reati, il podio spetta al Lazio con 134 violazioni. Seguono la Campania con 95 reati accertati e, a gran sorpresa, la Toscana con 73 violazioni. La Campania è invece la regione dove è stato effettuato il maggior numero di controlli.
Ad aprire i lavori il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani che ha espresso soddisfazione per quanto fatto. «Questi primi 8 mesi – ha detto Ciafani – hanno dimostrato l’efficacia della legge contro i reati ambientali, ma noi andiamo avanti lungo la nostra strada e questa mattina presentiamo agli organi parlamentari 8 nuove proposte per rendere ancora più efficienti le misure fin qui adottate». In cima alle priorità di Legambiente, c’è la necessità di fermare il fdl Falanga, approvato al Senato e attualmente in discussione in Commissione Giustizia alla Camera. Il disegno di legge sull’abusivismo edilizio, secondo l’associazione del cigno verde andrebbe infatti nella direzione opposta rispetto all’obiettivo del risanamento ambientale e fermerebbe tutte le azioni di abbattimento di ecomostri e opere abusive fin qui messe in campo dalle varie Procure.
La legge sui reati ambientali, che ha introdotto nel codice penale nuovi delitti e nuove sanzioni, ha fornito alle forze dell’ordine validi strumenti di lotta agli ecocriminali. Per Legambiente va accelerata la procedura di accorpamento del corpo Forestale dello Stato e del Nucleo Tutela dell’Ambiente dell’Arma dei Carabinieri, per creare un unico grande organismo di difesa della legge e del territorio. Ma si tratta di una sola delle sollecitazioni arrivate dall’associazione, che oggi ha presentato 8 idee da discutere con le varie forze politiche. La prima consiste nell’avviare percorsi formativi sulla nuova legge a tutti le forze impegnate sul fronte della repressione dei reati ambientali. Legambiente propone poi di definire una serie di linee guida che consentano l’applicazione delle nuove misure di legge allo stesso modo su tutto il territorio nazionale (anche rispetto ai reati minori che ancora non rientrano tra i delitti ambientali) e di istituire un fondo nazionale presso il Ministero dell’Ambiente dove convogliare tutti i soldi provenienti dalle sanzioni e destinarli alle bonifiche dei cosiddetti “siti orfani”.
Tra le proposte dell’associazione c’è poi quella di potenziare le attività di indagine sui reati ambientali attraverso un unico corpo di polizia ambientale specializzato. Sul fronte legislativo, Legambiente chiede l’approvazione definitiva del progetto di legge sulle agenzie ambientali, fermo da due anni, per migliorare il sistema dei controlli e l’adozione di una legge efficace contro il consumo di suolo, così come la calendarizzazione in tempi rapidi della discussione sul disegno di legge sulle agromafie. Infine, per Legambiente occorre procedere al più presto alla definizione del disegno di legge sui delitti contro gli animali. Proposte accolte benevolmente da tutti i rappresentanti politici che hanno presieduto i lavori e che si sono impegnati a fare fronte comune nel processo di irrobustimento dell’impianto normativo a tutela dell’ambiente e delle regioni più esposte all’ecocrimine.