C’è l’accordo tra Roma e Palermo sulla gestione dei rifiuti per i prossimi mesi, ma non è quello che il governatore isolano Rosario Crocetta auspicava. Da settimane il numero uno di Palazzo d’Orleans invocava la dichiarazione dello stato di emergenza in Sicilia per godere dei poteri commissariali di cui sarebbe stato automaticamente investito: in altre parole, come ampiamente dichiarato, con poteri ordinari non si può gestire una situazione emergenziale come quella che si è venuta a configurare sul territorio regionale.
Questa la posizione condivisa anche dall’assessore all’ambiente siciliana, Vania Contrafatto, ma le decisioni dell’Esecutivo non sono state esattamente in linea con le richieste. Ricevuti nella giornata di ieri rispettivamente dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero dell’Ambiente, il presidente ed il suo assessore hanno ottenuto un’intesa che permetterà di derogare su alcune materie chiave, ma non riconosce né lo stato di emergenza, né poteri speciali: dal 31 maggio la Sicilia tornerà, almeno formalmente, alla gestione ordinaria in materia di rifiuti.
Le deroghe concesse dal Governo centrale sono principalmente in materia di gestione delle discariche e degli smaltimenti: Crocetta potrà conferire ancora rifiuti nelle vecchie discariche anche con un trattamento ridotto, smaltire rifiuti in altre regioni previo accordo con altri governatori ed indire gare europee per inviare i rifiuti oltreconfine. Ma tali deroghe sono molto lontane dall’auspicata “carta bianca”: l’intesa siglata ieri è fitta di impegni da rispettare in cambio delle concessioni accordate.
L’impegno principe è quello di impegnarsi per la realizzazione degli impianti sull’isola, a partire dal completamento di quelli in fase di realizzazione, e di fornire un aggiornamento sulla rete attuale (tra impianti attivi e progetti avviati) in vista della futura realizzazione dei termovalorizzatori necessari. Sul fronte degli obiettivi si chiede di alzare almeno del 3% entro i prossimi 12 mesi il tasso di raccolta differenziata sull’isola: target tanto risibile quanto realista per una Sicilia che tra 2013 e 2014 ha conosciuto addirittura una contrazione dal 13,3 al 12,5%. Difficile immaginare un cambio di marcia tanto più repentino in un territorio che soffre un deficit organizzativo tanto marcato. Ed è proprio su questo fronte, quello amministrativo, che si concentra l’ultima richiesta: la giunta regionale è chiamata ad approvare il disegno di legge che riforma la governance del settore.
Gli obiettivi sono fissati a dodici mesi, ma la deroga vale solo per sei: entro fine ottobre i conferimenti nelle discariche andranno dimezzati, con la previsione di inviare oltre lo Stretto almeno 800mila tonnellate di rifiuti prodotti sull’isola. Se l’accordo fallirà a quel punto sarà definitivamente emergenza (dichiarata o meno), ma in quel caso è difficile immaginare che Matteo Renzi permetta a Rosario Crocetta di continuare a tenere le redini.