Tempo scaduto per le deroghe concesse dal Governo centrale a Palazzo d’Orelans, ma niente paura: domani ci sarà ancora un’altra ordinanza. La gestione dei rifiuti in Sicilia vive di annunci e precarietà e così dall’incontro di fine maggio è emerso un approccio emergenziale allo status quo dell’isola, che però sarebbe durato fino ad oggi (consentendo, di fatto, un proseguimento del sistema di conferimento vigente).
A partire da domani, 7 giugno, invece, il governatore Rosario Crocetta dovrà firmare una nuova ordinanza per dare un’impostazione più strutturata alla gestione dei prossimi sei mesi, vale a dire fino al 30 novembre. Impostazione che non vedrà la luce senza l’approvazione di Palazzo Chigi, e quindi senza il rispetto di quei paletti fissati poco più di una settimana fa: piano impiantistico per la gestione dei rifiuti, cronoprogrammi per la realizzazione degli impianti necessari e sblocco delle opere già assegnate con contestuale abbattimento della produzione di rifiuti accompagnato da almeno +3% della raccolta differenziata.
Ma c’è di più: le anticipazioni di fine maggio – poi formalizzate in un documento della direzione generale per i rifiuti e l’inquinamento del Ministero dell’Ambiente – puntano ad una revisione della governance (che vedrebbe Ato di dimensione auspicabilmente ultraprovinciale e quindi ridotti nel numero) da approvare in assemblea regionale insieme ad azioni di rivalsa sui Comuni inadempienti (ecotassa) e di inasprimento del contrasto all’evasione della Tari.
“Entro il 10 giugno – si legge dall’ordinanza del 31 maggio scorso – i presidenti delle Srr dovranno redigere, lì dove manchino, i Piani d’ambito, adottare ogni iniziativa per l’incremento della differenziata e attivare le procedure per l’individuazione dei gestori; in caso contrario, la Regione è pronta a nominare dei commissari che dovranno raggiungere gli obiettivi entro il 30 giugno, pena la decadenza”.
Quello che però dovrebbe avere i giorni contati a partire da domani è il sistema dei conferimenti in deroga. L’accordo tra Regione e Governo punta a mettere la parola “fine” allo smaltimento di rifiuto tal quale (o poco più che tale): gli accordi con le altre Regioni dovrebbero mettere in condizione di trasferire tutte quelle quantità che l’isola semplicemente non può gestire. Soglia che va innalzata in fretta: in termini pratici bisognerà portare al massimo il tonnellaggio in entrata degli impianti di compostaggio e dei TMB già presenti sull’isola, sbloccare (come detto) gli impianti laddove i lavori sono stati già affidati (Gela, Enna, Messina), e in particolare affrettare la dotazione di un impianto di biostabilizzazione la discarica di Siculiana mentre tutta l’area del Palermitano continuerà a fare riferimento a Bellolampo, dove dall’inizio dell’anno è a pieno regime un TMB per il trattamento in ingresso.
A Siculiana però questo impianto non c’è e di certo non potrà sbucare dal nulla alla firma dell’ordinanza di domani: se – come prevede l’intesa – dovessero chiudere tutti gli invasi non attrezzati, quello agrigentino sarebbe condannato e data la sua importanza strategica trascinerebbe con sé tutta l’isola. Una soluzione potrebbe essere il ricorso ad impianti mobili, ma in ogni caso sarà curioso conoscere il dettaglio del cronoprogramma cui sarà sottoposta l’azione di Crocetta da parte di Governo e Ministero: probabilmente si andrà avanti a tappe forzate, pena l’esercizio di poteri sostitutivi da parte dell’Esecutivo.
La Sicilia, insomma, si sta aprendo una strada verso la modernizzazione del proprio ciclo, ma è un percorso inevitabilmente lungo e durante il quale, a quanto pare, resterà in bilico tra commissariamento e stato di emergenza.