Nel corso delle audizioni sul decreto milleproroghe le associazioni di categoria tornano a chiedere un rinvio delle scadenze del sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRi. Per CNA, Confartigianato e Utilitalia va prolungata la finestra di iscrizioni, mentre secondo Confcommercio serve una moratoria di 180 giorni sulle sanzioni
Tra richieste di allungamento delle iscrizioni e appelli per una moratoria delle sanzioni, riparte il dibattito parlamentare sulle tempistiche di attuazione del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRi. La cornice – come era ampiamente atteso – è quella della discussione sulla conversione del decreto ‘milleproroghe’, in esame nella commissione affari costituzionali del Senato. Nel corso delle audizioni informali sul testo non sono mancate le richieste di intervento sul cronoprogramma del RENTRi, tema che era rimasto fuori dalla versione originale del decreto, adottata a fine anno dal governo, e che i portatori d’interesse chiedono adesso di riportare nella legge di conversione con interventi emendativi ad hoc.
Secondo CNA e Confartigianato serve allungare fino a giugno la finestra delle prime iscrizioni al sistema “tenuto conto della complessità degli adempimenti e delle novità”, come ha sottolineato Marco Capozzi di CNA. Le iscrizioni al RENTRi sono ufficialmente aperte dallo scorso 15 dicembre, e coinvolgono in questa prima fase i produttori di rifiuti con più di 50 dipendenti e le aziende di gestione dei rifiuti, ma la data segnata in rosso sul calendario resta quella del prossimo 13 febbraio, quando il primo scaglione di adesioni si chiuderà e, per tutti gli iscritti, scatteranno l’obbligo di tenere il nuovo registro di carico e scarico in via esclusivamente digitale e di inviare al RENTRi i dati delle registrazioni. Una scadenza che le imprese artigiane chiedono di rinviare “considerato che la platea di imprese coinvolta nel primo step è significativa – ha detto Capozzi – e che per la parte dei gestori e dei trasportatori si prevede un avvio generalizzato a prescindere dalla tipologia di attività e dalla dimensione aziendale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la federazione delle utility UTILITALIA, secondo cui la chiusura della finestra delle iscrizioni, e quindi la data di avvio dell’operatività dei registri digitali, va spostata più in là nel tempo. “La partenza del RENTRi al 15 dicembre ha già tenuto fede agli accordi presi con l’Ue nell’ambito del PNRR” ha sottolineato il direttore dell’area ambiente Luca Mariotto, chiarendo però che al momento restano “numerosi problemi applicativi e informatici” e che “l’ampliamento della finestra di iscrizioni concederebbe a tutti gli attori coinvolti, sia dal lato delle imprese che da quello delle software house, tempi congrui per adeguare i sistemi operativi”.
Come già emerso in occasione dell’esame parlamentare del decreto ‘ambiente’, tuttavia, né il governo né il Ministero dell’Ambiente sembrano disposti ad aprire a una modifica del calendario di attuazione del RENTRi. Sul sistema, infatti, sono accesi i riflettori dell’Ue, non solo per gli impegni assunti nell’ambito del PNRR – e in particolare con la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare – ma anche perché il mancato avvio della piattaforma è tra le cause della procedura d’infrazione aperta lo scorso luglio dalla Commissione per l’errato recepimento della direttiva quadro sui rifiuti. Di fronte alla riluttanza a rinviare il termine del 13 febbraio, ha aggiunto Mariotto, “una alternativa potrebbe essere quella di un desanzionamento“.
Il quadro delle sanzioni legate al RENTRi è infatti già operativo e prevede multe che vanno da 500 a 2000 euro per la mancata o irregolare iscrizione nel caso di produttori o gestori di rifiuti non pericolosi e da 1000 a 3000 per i rifiuti pericolosi. Stessi importi per la mancata o irregolare trasmissione dei dati delle movimentazioni. Sanzioni che UTILITALIA chiede di sospendere “almeno nel primo periodo – ha detto Mariotto – per le imprese che non dovessero riuscire a rispettare il termine alla luce della complessità delle procedure e delle difficoltà tecniche riscontrate”. Anche secondo Confcommercio a dover essere rinviata non è la data di avvio della prima fase di operatività del sistema ma solo l’applicazione del regime sanzionatorio collegato, che andrebbe “derogata di 180 giorni” ha detto la vice presidente Loretta Credaro “per far sì che gli operatori possano godere di un tempo congruo per completare l’adattamento al nuovo sistema“. Il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione è stato fissato al prossimo 22 gennaio.