Registri di carico e scarico, vidimazioni in tilt

di Luigi Palumbo 07/02/2025

Entro il prossimo 13 febbraio le imprese soggette all’obbligo di tracciabilità dei rifiuti, ma non iscritte al RENTRi, dovranno adottare il nuovo registro di carico e scarico in forma cartacea, ma le Camere di Commercio sono andate in tilt per le troppe richieste di vidimazione. Il suggerimento del servizio di supporto RENTRi: “Iscrizione volontaria per tenere il registro in modalità digitale”. Il 13 febbraio somiglia sempre più a un ‘click day’


La vidimazione dei nuovi modelli cartacei di registri di carico e scarico dei rifiuti è andata in tilt. Manca meno di una settimana al 13 febbraio, quando andranno in soffitta i vecchi modelli del 1998, sostituiti dai nuovi format allegati al decreto del ministro dell’Ambiente 59 del 2023, ma una dopo l’altra le Camere di Commercio stanno alzando bandiera bianca: da nord a sud cresce il numero degli uffici che non riusciranno ad accettare per tempo le richieste di appuntamento inoltrate dalle imprese obbligate a tenere il registro in modalità cartacea, previa vidimazione. La Camera di Roma ha posti liberi solo dal 20. A Milano solo la sede di Lodi, al momento, accetta prenotazioni entro la fine di febbraio (il 25), a Monza se ne parla addirittura il 12 marzo.

Lo switch dai vecchi ai nuovi modelli di registri e formulari era noto da tempo, anche perché il processo coinvolgerà centinaia di migliaia di imprese. Tante, tantissime, anche al netto delle 70 mila che, si stima, dovranno iscriversi al RENTRi nel primo scaglione e tenere il registro in via esclusivamente digitale. Per questo le Camere di Commercio avevano provato a giocare d’anticipo aprendo le vidimazioni dei registri cartacei già dallo scorso 4 novembre. Ma non è bastato a evitare il caos. “Molti si stanno rendendo conto solo adesso del cambio di format” ha spiegato a Ricicla.tv la consulente Tiziana Cefis, tanto che da metà gennaio gli uffici del sistema camerale sono stati letteralmente presi d’assalto. E ora sono ingolfati.

Chi dovesse rimanere senza registro rischierà sanzioni amministrative e penali, per questo molte imprese potrebbero di fatto essere costrette a fermarsi in autotutela. Perdere clienti e fatturato per non pagare sanzioni (o peggio). In ogni caso un danno. Una situazione senza via d’uscita apparente, se non quella prospettata dal servizio di supporto RENTRi nella risposta inoltrata nelle ultime ore a un’impresa: “i soggetti non obbligati, o per i quali non decorra ancora l’obbligo di iscrizione, possono iscriversi volontariamente al RENTRi“. E tenere quindi il registro in digitale, evitando di doverlo vidimare fisicamente. Una soluzione tampone che tuttavia fa saltare la logica dell’avvio scaglionato, considerata uno dei punti di forza del nuovo sistema, ma soprattutto uno dei principali elementi di discontinuità rispetto al Sistri e ai suoi fallimentari ‘pronti via’, tutti insieme tutti allo stesso momento. Ora che il ventaglio delle imprese che si iscriveranno da subito rischia di aumentare, e di fronte alle difficoltà più volte segnalate dalla nostra testata, se quello del 13 febbraio non somiglia già a un click day poco ci manca.

1 Commento su "Registri di carico e scarico, vidimazioni in tilt"

  1. Ramona Del vecchio ha detto:

    “Poco professionali” ecco come definire gli artefici di questo annunciato fallimento. Da dicembre chiedo assistenza sul portale rentri e mi rimandano sempre lo stesso copia e incolla di risposta. Impossibile parlare con qualcuno, che lo diciamo a fare. Da noi vogliono che dalla sera alla mattina impariamo a lavorare su nuove regole, loro potrebbero sforzarsi ad essere più professionali. Dei corsi sul rentri dell’albo fatti da speaker senza risposte alle risposte copia – incolla dell’assistenza. Che bel cambio di passo rispetto al sistri, un passo indietro SI!

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