Anche quest’anno il format del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale sarà aggiornato. Le novità, apprende Ricicla.tv, riguarderanno soprattutto i Comuni e terranno conto dell’aggiornamento del PEF biennale disposto da ARERA. “Dati fondamentali per il futuro accordo di comparto sugli imballaggi”, spiega Francesco Iacotucci di ANCI. Resta il nodo dei tempi di pubblicazione
Anno nuovo, nuovo MUD. Anche nel 2025, come nei quattro anni precedenti, cambierà il format per la comunicazione annuale dei dati sui rifiuti prodotti e gestiti da imprese ed enti. Stando a quanto apprende Ricicla.tv il nuovo modello unico di dichiarazione ambientale è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione, poi sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale sostituendo il format dell’anno precedente. Il termine ultimo per la presentazione, esclusivamente online, slitterà quindi a una data successiva a quella del 30 aprile.
Secondo quanto riferito alla nostra testata, il nuovo MUD non stravolgerà il modello dell’anno scorso ma apporterà modifiche limitate, soprattutto nella parte destinata ai Comuni. Un intervento reso necessario dall’aggiornamento biennale dei PEF disposto da ARERA nel corso del 2023 con riferimento al 2024 e 2025. In particolare, nel nuovo MUD sarà aggiornata la parte costi, in linea con le nuove indicazioni del regolatore sul calcolo della copertura dei costi efficienti della differenziata, attraverso il nuovo coefficiente ‘Ηa‘ (eta), e sulla misurazione della qualità della raccolta con il macroindicatore ‘R1’.
“Ai sensi della normativa nazionale e comunitaria, i produttori e utilizzatori di imballaggi devono coprire all’ottanta per cento i costi efficienti di raccolta differenziata – spiega Francesco Iacotucci di ANCI – la pubblicazione di questi dati consentirà quindi di avere un quadro ufficiale della copertura dei costi da raccolta differenziata da imballaggi allo stato attuale, in attesa della prossima formulazione della copertura nell’ambito dell’accordo di comparto ANCI-CONAI in via di definizione. Uno sguardo quindi sul possibile futuro della copertura dei costi della raccolta differenziata ma anche un momento di verifica per tutte le amministrazioni sulla importanza della corretta compilazione dei dati inseriti nel PEF (che poi vengono reimmessi nel MUD), perché sono dati che potranno essere oggetto di valutazioni esterne e inoltre consentiranno di regolare le attività inerenti la raccolta differenziata nel prossimo futuro”.
Anche se limitate ai soli Comuni, insomma, le novità del MUD 2025 contribuiranno a rendere il modello ancora più ambizioso in termini di raccolta dei dati, di granularità e qualità delle informazioni richieste. Resta da vedere se, a differenza di quanto accaduto negli ultimi due anni, il format riuscirà a vedere la luce entro quello che la legge di riferimento indica come limite temporale massimo per l’aggiornamento della modulistica, ovvero il 1 marzo. Un termine introdotto nel 2001 proprio per consentire ai soggetti obbligati di programmare in maniera adeguata le attività necessarie alla compilazione del modello (a partire dalla raccolta dei dati) e che tuttavia, nelle sue interlocuzioni con la nostra testata a fronte dei ritardi nella pubblicazione, il Ministero dell’Ambiente ha più volte ribadito avere valore “ordinatorio e non perentorio”.