Il riciclo fa risparmiare energia e riduce la CO2 ma solo il 12% delle risorse utilizzate in UE viene dal recupero dei rifiuti. E i riciclatori ora rischiano di chiudere per il caro bollette. EuRic: “Subito interventi per salvare il settore”
Riciclare fa risparmiare energia, ma l’UE sembra non esserne consapevole. La sostituzione di materia riciclata alle risorse vergini consente ai cicli industriali di consumare meno gas e corrente elettrica, ma a eccezione del solo biometano, il riciclo continua a restare fuori dal novero delle soluzioni proposte dalla Commissione europea per mettere in sicurezza un sistema energetico minacciato dalla crisi delle forniture alimentata dalla guerra in Ucraina. E il risultato, paradossale, è che oggi le stesse imprese del riciclo, che con il loro contributo potrebbero aiutare a mitigare la tempesta energetica, stanno cadendo sotto i colpi del caro bollette. Molte hanno ridimensionato o sospeso le proprie attività, tante altre rischiano di fermarsi e non ripartire mai più, denuncia la federazione europea EuRic chiedendo un intervento finanziario immediato per scongiurare il tracollo del settore.
“Il riciclo è un processo complesso che opera ininterrottamente 7 giorni su 7 – dice Olivier François, presidente di EuRic – non possiamo semplicemente accendere o spegnere la produzione come si accende e si spegne un interruttore della luce. I riciclatori europei – spiega – non sono in grado di far fronte all’impennata dei costi energetici e questo rappresenta una diretta minaccia per le ambizioni di economia circolare e neutralità climatica dell’Europa e per i posti di lavoro che le nostre attività sul territorio attualmente garantiscono”, ha aggiunto.
Uno scenario che avrebbe potuto essere sostanzialmente diverso, dice EuRic, se l’UE avesse sostenuto con maggiore convinzione il processo di sostituzione dei materiali riciclati alle risorse vergini. Garantendo minori consumi energetici, quindi minori costi per la collettività, ma soprattutto maggiore stabilità alle imprese del riciclo. E invece oggi appena il 12% dei materiali utilizzati dalle industrie e manifatture dell’UE proviene dal riciclo, spiega l’associazione, nonostante gli investimenti in crescita costante negli ultimi anni da parte delle imprese. “L’aumento dei prezzi dell’energia – denuncia EuRic – sta ora invertendo questo progresso mettendo le aziende di riciclo, in particolare le PMI, in ginocchio”. Oltre ad aiuti immediati serve una nuova politica di supporto al mercato dei materiali riciclati, dice EuRic, “attraverso l’implementazione di crediti di carbonio, appalti pubblici verdi e obiettivi vincolanti di contenuto riciclato nei nuovi prodotti”.