La sperimentazione del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti scende sul piano operativo: pubblicate le prime API sulla comunicazione dei dati relativi ai registri di carico e scarico. Obiettivo: arrivare al prototipo entro la fine del 2021
Dal modulo per l’accreditamento degli utenti alle modalità di comunicazione dei movimenti di carico e scarico: ecco i primi ‘mattoni’ del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, il RenTRi. Nel solco delle regole tecniche definite dall’Agid, Agenzia per l’Italia Digitale, e con l’obiettivo di garantire la piena interoperabilità con gli applicativi gestionali di terze parti, Ecocerved e Albo Nazionale Gestori Ambientali hanno comunicato alle software house che stanno partecipando al laboratorio per la definizione del prototipo del sistema le loro prime proposte operative. Come quelle per l’autenticazione in piattaforma delle imprese iscritte e dei soggetti autorizzati a operare. “Il riconoscimento del soggetto iscritto al RenTRi e la verifica che il soggetto detenga la titolarità per l’inserimento dei dati nel Registro attraverso l’interoperabilità applicativa – ha chiarito Ececerved – avviene analizzando l’identità digitale utilizzata per la firma dei pacchetti dati scambiati secondo le modalità definite dalle linee guida sull’interoperabilità” messe a punto dall’Agid e pubblicate in versione aggiornata sul portale RenTRi.
Ma ad animare l’ultimo incontro con le software house è stata soprattutto la notizia del rilascio in ambiente sperimentale delle prime API, ovvero l’insieme di procedure informatiche che rappresentano i ‘mattoni’ da utilizzare per integrare strumenti e funzionalità del futuro sistema con i singoli software ERP. A partire da quelle per la comunicazione al RenTRi dei dati relativi alle movimentazioni registrate localmente nei registri di carico e scarico: dall’anagrafe dei soggetti a quella delle singole unità organizzative, fino naturalmente ai registri locali veri e propri e ai movimenti di carico e scarico, compresi annullamenti e rettifiche. La palla passa adesso alle software house, che nelle prossime settimane dovranno implementare le API nei propri applicativi gestionali per poi procedere all’invio, solo simulato s’intende, dei primi dati. Poi si passerà all’integrazione con il sistema ViViFir e, prima della fine di luglio, all’analisi “del ciclo di vita e della struttura del Fir digitale – ha spiegato Maurizio Zampieri di Ecocerved – in modo da arrivare entro settembre ad aver sciolto i principali nodi operativi”.
Il laboratorio per la nuova tracciabilità insomma non andrà in vacanza e anzi proseguirà il proprio percorso a ritmo serrato anche in estate. L’obiettivo è quello di arrivare entro la fine dell’anno alla definizione del prototipo, in tempo utile per la messa a punto dei modelli digitali di registri e formulari. “Anche se il cronoprogramma è piuttosto ‘inquadrato’ – ha chiarito Pierluigi Altomare, segretario dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali – la vera scadenza da rispettare resta quella della fine dell’anno. Nell’ambito di questo termine le singole fasi e attività possono essere organizzate e riprogrammate al meglio, ma l’importante è riuscire tra novembre e dicembre a fornire elementi utili alla definizione dei decreti ministeriali con i nuovi modelli digitali di formulari e registri di carico e scarico. Se arriviamo lunghi rispetto a questa timeline – ha avvertito Altomare – i decreti rischiano di essere scritti senza il nostro contributo”.
IL VIVIFIR NON FUNZIONA ANCORA LE CAMERE DI COMMERCIO DICONO CHE NON SONO ANCORA PRONTE I REGISTRI DELLA QUESTURA CHE DOVEVANO SPARIRE CONTINUIAMO A VIDIMARLI OBBLIGOTORIAMENTE,IL CAOS REGNA SOVRANO NON VORREI CHE POI QUANDO ARRIVA IL R.E.N.T.Ri sia ancora una volta un casino come lo è stato il Sistri.