Le associazioni delle imprese italiane e spagnole dell’autodemolizione, ADA e AEDRA, hanno siglato un accordo per unire gli sforzi all’alba della rivoluzione sostenibile del settore automotive. Tra i fronti più caldi quello del nuovo regolamento sui veicoli a fine vita, rispetto al quale le sigle hanno già presentato alla Commissione Ue il loro memorandum congiunto
Un’intesa per tutelare le filiere nazionali dell’autodemolizione, all’alba della rivoluzione che sta investendo il settore europeo dell’automotive, tra l’elettrificazione del parco circolante e le nuove norme sulla gestione del fine vita dei veicoli in tutti gli Stati membri dell’Ue. L’Associazione Nazionale Demolitori Autoveicoli (ADA) e l’Asociación Española de Desguace y Reciclaje del Automóvil (AEDRA) hanno sottoscritto a Roma un accordo di collaborazione per unire le forze e “rendere più efficace la propria attività di rappresentanza” del settore, sulla strada verso lo stop alla vendita dei veicoli con motore endotermico a partire dal 2035, ma soprattutto in vista dell’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sui veicoli a fine vita, attualmente allo studio delle istituzioni Ue. Una autentica rivoluzione, che ruoterà attorno al potenziamento della responsabilità estesa dei produttori, rispetto alla quale le due sigle puntano a salvaguardare il know-how e il valore economico e sociale acquisito negli ultimi venti anni dalle piccole e medie imprese della demolizione e rottamazione.
“In un momento di transizione come quello attuale per il nostro settore – ha commentato Anselmo Calò, presidente di ADA – contraddistinto da una rivoluzione tecnologica attesa per i prossimi anni e da numerosi cambiamenti normativi e dei modelli di business per il mercato del fine vita degli autoveicoli, è necessario unire gli sforzi tra i diversi Paesi Ue per supportare efficacemente le nostre imprese e farsi trovare pronti nel momento in cui la nuova Normativa entrerà in vigore. Da quest’esigenza nasce la sinergia tra le due associazioni, a cui spero se ne aggiungano presto altre”. L’accordo prevede, tra l’altro, la collaborazione per lo sviluppo di nuove tecnologie per il trattamento dei veicoli a fine vita, con particolare attenzione alla semi-automazione della demolizione e alla gestione di rifiuti complessi e CRM (Critical Raw Materials) e alla promozione di iniziative comuni per sensibilizzare parlamentari europei e governi nazionali alle problematiche del settore.
Il fronte più caldo resta quello del nuovo regolamento veicoli a fine vita. Nell’ambito dell’intesa le due sigle hanno già concordato sottoposto all’attenzione della Commissione europea un memorandum congiunto. Tra i punti evidenziati, la necessità di valorizzare l’esperienza maturata dalla rete industriale del trattamento ELV negli ultimi 20 anni; la richiesta di non riconoscere alcun compenso economico agli Impianti Autorizzati di trattamento (ATF) da parte dei produttori finché i veicoli fuori uso hanno un valore di mercato positivo e conseguentemente la necessità di implementare la collaborazione tra produttori e demolitori per mantenere il valore positivo dei veicoli fuori uso; la libertà di scelta del proprietario del veicolo dell’ATF cui consegnare il proprio veicolo e ricevere l’eventuale compenso economico; la necessità che il trattamento dei veicoli sia determinato dalle autorità competenti, in conformità con le normative applicabili e che le stesse vigilino sull’operato degli ATF; la garanzia della tracciabilità dei rifiuti e dei ricambi.