A otto anni dall’entrata in vigore della legge sugli ‘ecoreati’ crescono i casi di traffico organizzato di rifiuti: lo scorso anno sono stati 268, contro i 151 nel 2021. Lo riporta Legambiente nell’ultimo rapporto annuale ‘Ecomafia’. Ciafani: “Vigliare sulla fase operativa del PNRR”
Rafforzare gli strumenti normativi e operativi per contrastare il crimine ambientale, e scongiurare il rischio che la fase esecutiva del PNRR si trasformi in un assist per inquinatori ed ecomafiosi. Un rischio che sta tutto nei numeri, spaventosi, dell’ultimo rapporto ‘Ecomafia’ di Legambiente, secondo cui nel 2022 i reati contro l’ambiente hanno toccato quota 30mila 686, in crescita rispetto al 2021 (+0,3%), alla media di 84 reati al giorno, 3,5 ogni ora. In crescita anche gli illeciti amministrativi, 67mila 030 (con un incremento sul 2021 del +13,1%). Sommando le due voci, sottolinea l’associazione, le violazioni delle norme poste a tutela dell’ambiente sfiorano quota 100mila alla media di 268 al giorno, 11 ogni ora.
L’indagine di Legambiente conferma la maggiore incidenza del crimine ambientale nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa: con la Campania al primo posto, seguita dalla Puglia e dalla Sicilia. Sale al quarto posto il Lazio, che con 2mila 642 reati supera la Calabria. In crescita anche i fenomeni di corruzione ambientale: 58 le inchieste su fenomeni di corruzione connessi ad attività con impatto ambientale registrate da Legambiente tra l’agosto del 2022 e l’aprile del 2023. Un’ombra, quella della corruzione, che si allunga minacciosa sull’appuntamento con i cantieri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Mai come in questo momento storico – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – si devono alzare le antenne per scovare inquinatori ed ecomafiosi. E bisogna farlo presto, dentro e fuori i confini nazionali, perché stiamo entrando nella fase operativa del PNRR”.
Un fatturato da capogiro, quello generato lo scorso dalle filiere del crimine ambientale: 8,8 miliardi di euro, in linea con i numeri dello scorso anno. In testa alla classifica il ciclo illegale del cemento, con oltre 12mila illeciti nel 2022, seguiti dai reati contro la fauna con 6mila 418 illeciti penali e dal ciclo dei rifiuti, che lo scorso anno ha fatto registrare un calo del numero di illeciti penali, (5mila 606,−33,8%) e delle persone denunciate (6mila 087, −41%), ai quali ha fatto però da contraltare l’aumento delle inchieste in cui viene contestata l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (268 contro le 151 del 2021) e degli illeciti amministrativi (10mila 591, +21,4%). Con 268 casi contro i 151 nel 2021 il delitto di traffico organizzato di rifiuti è anche quello più contestato tra i reati introdotti nel codice penale dalla legge 68/2015 sugli ecoreati, che dalla sua entrata in vigore, riporta Legambiente, è scattata per 5mila 099 volte. Nel 2022 le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno applicato per 637 volte i delitti contro l’ambiente, con 1289 persone denunciate e 56 arresti. Sono stati 115 i beni sottoposti a sequestro per un valore complessivo di 333 milioni 623mila 900 euro, in netta crescita rispetto ai 227 milioni di euro sequestrati l’anno prima.
“L’Italia – ha detto Ciafani – può e deve svolgere un ruolo importante perché la transizione ecologica sia pulita anche nella fedina penale, come prevede l’aggiornamento della direttiva sulla tutela dell’ambiente, da approvare entro la fine della legislatura europea, ma soprattutto deve recuperare i ritardi accumulati finora, dando seguito alle dieci proposte inserite nel nostro Rapporto”. A partire dalla revisione del meccanismo del cosiddetto subappalto ‘a cascata’, previsto dal nuovo Codice degli appalti, da associare al costante monitoraggio degli investimenti previsti per il PNRR. Dal punto di vista legislativo, avverte l’associazione, occorre invece approvare il disegno di legge contro le agromafie, introdurre nel Codice penale i delitti contro la fauna, emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la Protezione dell’ambiente. “Si stanno definendo i livelli essenziali – ha garantito su quest’ultimo punto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – e settembre dovrebbe essere il mese clou per arrivare in chiusura della partita, per la trasmissione formale alla Conferenza Stato-Regioni”.