I dati dell’Osservatorio conoscenza RAEE elaborati da Ipsos per Erion WEEE dimostrano che la campagna di sensibilizzazione realizzata dal Consorzio sta funzionando: nell’ultimo anno è aumentata la conoscenza del termine RAEE, mentre la media di conferimenti scorretti è scesa dal 15% al 13%, con una flessione ancora più netta tra i giovani (meno 6 punti percentuali)
Le apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita, i raee, sono una miniera di materiali preziosi, ma anche un rifiuto potenzialmente pericoloso da gestire adeguatamente. Per questo è necessario saperli riconoscere e indirizzare verso i canali del corretto trattamento. E gli italiani, soprattutto i più giovani, ne sono sempre più consapevoli. Stando all’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio conoscenza RAEE curato da IPSOS per il sistema collettivo Erion WEEE, infatti, si può dire che un cittadino su due abbia ormai familiarità con l’acronimo che identifica i rifiuti tecnologici. Su un campione di mille italiani la percentuale di chi ha sentito menzionare la sigla almeno una volta è passata tra 2022 e 2023 dal 44 al 55%, con un miglioramento addirittura più marcato tra i giovani dai 16 ai 26 anni, dove la percentuale è praticamente raddoppiata, passando dal 26 al 50%. A livello territoriale sono le regioni del nord del Paese a registrare il maggior incremento in termini di consapevolezza (dal 47% al 60%), seguite da quelle del centro (dal 46% al 57%) e del sud (dal 37% al 47%). Stabile, tra gli adulti, la percentuale di chi sa spiegare il significato dell’acronimo, passata dal 28 al 39%, mentre tra i giovani il dato fa un balzo di dieci punti arrivando al 36%.
“I risultati positivi registrati dal nostro Osservatorio – commenta Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE –dimostrano come sul tema dei RAEE sia fondamentale continuare a insistere sulla leva della sensibilizzazione per scardinare abitudini e comportamenti scorretti. Il piano di comunicazione ‘DireFareRAEE’ che il Consorzio ha lanciato due anni fa ha dato un contributo significativo, ma non possiamo smettere di lavorare e non possiamo farlo da soli, perché quasi due italiani su tre ancora non sanno cosa siano i RAEE. Noi proseguiremo con programmi e iniziative dedicate ai cittadini, ma ci auguriamo che anche altre realtà operanti nel sistema decidano di affiancarci in questo percorso, e che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica promuova una campagna di ‘Pubblicità Progresso’ sui RAEE”.
Una leva strategica, quella della comunicazione, in un paese che – anche a causa della scarsa conoscenza – ancora fatica ad allinearsi agli ambiziosi target dell’Ue: dovremmo avviare a trattamento il 65% dei nostri raee, ma siamo fermi al 34%. I numeri di IPSOS ed Erion dimostrano tuttavia che anche la consapevolezza della necessità di gestirli correttamente sta crescendo. Secondo l’indagine infatti la media dei conferimenti scorretti nell’ultimo anno è diminuita passando dal 15% al 13%, con una flessione ancora più accentuata tra i più giovani, dove l’incidenza è scesa di ben sei punti percentuali (dal 23% al 17%). Stabile la percentuale di intervistati consapevoli dei rischi associati a una gestione non corretta, che si attesta a poco meno dell’80% del totale del campione. In aumento anche la conoscenza dei servizi a disposizione del cittadino per il conferimento: il 45% degli italiani conosce il servizio ‘1 contro 0’ (+3 punti percentuali), nella fascia dei più giovani si arriva al 52% (+7%), mentre il ritiro ‘1 contro 1’ è invece noto al 72% degli intervistati (+3%) e al 73% dei ragazzi (+6%).
Diminuisce, inoltre, la percentuale di chi si disferebbe di un raee nel modo sbagliato: rispetto a 14 tipologie di prodotti proposti (che vanno da pc e smartphone fino a contapassi e spazzolini elettrici) il 41% degli italiani sceglierebbe di gettarne almeno una nel contenitore della plastica o dell’indifferenziata (contro il 45% della rilevazione precedente); più netta la diminuzione nelle regioni del sud (dal 56 al 48%) e tra i giovani (dal 57 al 50%). Scende, infine, dal 32 al 28% la quota di quanti hanno dichiarato di essersi rivolti agli ‘svuota cantine’ per disfarsi dei propri RAEE: un piccolo miglioramento in termini numerici, ma sicuramente un passo in avanti nel contrasto ai flussi paralleli, spesso illegali, alimentati anche grazie a questi soggetti.