Online da oggi la piattaforma web per promuovere il dialogo con il territorio sulla realizzazione della bioraffineria di Gricignano d’Aversa. Sersys: “Fondamentale creare consapevolezza e superare i pregiudizi sul ruolo dell’impianto, reso ancor più strategico dal gap impiantistico della Regione Campania”
Comunicare in maniera aperta e trasparente, promuovendo consapevolezza e partecipazione, per superare i timori e pregiudizi che sempre più spesso ruotano attorno alla realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti da Nord a Sud del Paese. Questa la strada che Sersys Ambiente, ha scelto di percorrere per accompagnare l’iter per la realizzazione delle bioraffinerie di Gricignano d’Aversa, in provincia di Caserta, e di Civitavecchia, nel Lazio. che trasformeranno i rifiuti organici da raccolta differenziata in biometano e fertilizzante. Primo passo del percorso di dialogo con il territorio è il lancio di due sito web ad hoc – www.ambyentacampania.com e www.ambyentalazio.com online da oggi – grazie ai quali l’azienda punta a fornire risposte ai quesiti di cittadini, amministrazioni e persone interessate a saperne di più.
“Oltre a contenere tutte le informazioni e la documentazione ufficiale relativa al progetto – spiega l’azienda – è possibile trovare al suo interno l’illustrazione delle ragioni che hanno portato a progettare la realizzazione dell’impianto in questo territorio. Una sezione del sito dedicata offre, inoltre, l’opportunità di rivolgere domande all’azienda. I quesiti, con le relative risposte argomentate dai tecnici delle società, saranno pubblicati settimanalmente e rese disponibili a tutti”.
Un investimento da 80 milioni di euro, quello pianificato da Sersys, destinato alla creazione di due impianti di produzione di biometano da frazione organica del rifiuto solido urbano con una potenzialità complessiva prevista di 230mila tonnellate l’anno, di cui 190mila tonnellate di rifiuti organici provenienti principalmente dalle raccolte differenziate dell’umido e 40mila tonnellate provenienti dalla manutenzione del verde. Due impianti che potranno contribuire a ridurre il gap di trattamento dei rifiuti in Lazio e Campania: le due regioni d’Italia che più di tutte esportano rifiuti organici fuori dai propri confini per l’assenza di impianti di trattamento sul territorio.
Secondo l’ultimo rapporto Ispra, nel 2019 la prima ha esportato 245mila delle 550mila tonnellate raccolte mentre la seconda circa 425mila su un totale di 619mila tonnellate. Dove? Soprattutto in Veneto (218mila tonnellate dalla Campania e 109mila dal Lazio) ma anche in Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Puglia, Umbria, Abruzzo, Molise, tra le altre. Totale esportato: 670mila tonnellate, quantità che i due nuovi impianti di Sersys potrebbero tagliare di oltre un terzo. Ecco perchè, spiega Sersys, è fondamentale “creare consapevolezza e superare i pregiudizi sul ruolo dell’impianto, reso ancor più strategico dal gap impiantistico della Regione Campania che provoca ogni giorno l’invio di ingenti quantitativi di frazione organica al di fuori dei propri confini, con evidenti ricadute negative sul fronte economico e ambientale”.