Nei cementifici italiani il tasso di sostituzione dei combustibili tradizionali con CSS è al 22%, mentre in Europa si supera il 50%. Ora un protocollo tra Corepla e Federbeton punta a rimuovere gli ostacoli burocratici e culturali che frenano la sostituzione energetica
Nei cementifici italiani il tasso di sostituzione dei combustibili fossili con combustibile solido secondario (CSS) da rifiuti è fermo al 22%, a dispetto di una media europea del 52%. Nel 2021, secondo Ispra, gli impianti ne hanno utilizzate circa 200mila tonnellate, mentre una quantità quasi equivalente (157mila tonnellate) è finita all’estero. Eppure secondo il laboratorio Ref Ricerche raggiungere un tasso di sostituzione calorica del 66% porterebbe al taglio di ben 6,8 mln di tonnellate di CO2. “Da un punto di vista tecnologico, gli impianti italiani sono già attrezzati per raggiungere un livello analogo, ma persistono ostacoli burocratici e culturali che non permettono di esprimere le reali potenzialità del settore”. A scriverlo sono Federbeton, associazione dei produttori di cemento e calcestruzzo, e Corepla, consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi in plastica, in una nota che accompagna la sigla di un protocollo che nei prossimi mesi punterà a rilanciare il CSS, anche in relazione alla funzione svolta dai combustibili da rifiuto nella chiusura del ciclo di gestione degli scarti non riciclabili della raccolta differenziata della plastica.
«L’uso dei combustibili alternativi rappresenta una soluzione fondamentale per la filiera del cemento e del calcestruzzo. Si tratta di una pratica con grandi potenzialità inespresse, che può portare una riduzione delle emissioni e contribuire a una più efficiente gestione dei rifiuti non riciclabili – commenta Roberto Callieri, Presidente di Federbeton – l’obiettivo è quello di mettere in campo iniziative comuni per promuovere un contesto normativo e culturale favorevole al raggiungimento degli obiettivi di carbon neutrality». Con la sigla del protocollo le due associazioni si impegnano a promuovere studi e analisi del contesto di settore a livello nazionale e regionale, a supportare politiche per massimizzare il recupero delle plastiche miste e a garantire l’applicazione omogenea sul territorio nazionale delle semplificazioni autorizzative che negli ultimi anni hanno provato a spingere l’uso del CSS-C ‘end of waste’, equiparandolo di fatto dal punto di vista giuridico ai combustibili tradizionali. Ma l’azione si svilupperà anche e soprattutto sul fronte culturale, ancora caratterizzato da remore e ostracismi, con l’obiettivo di promuovere il dialogo con le comunità locali e l’opinione pubblica nazionale, “per una condivisione sempre più consapevole delle scelte”.
“Con sempre maggiore determinazione l’Italia persegue l’attuazione di una concreta strategia di transizione energetica puntando ai molteplici obiettivi di tutela dell’ambiente, indipendenza energetica e accessibilità dei costi delle risorse. Il protocollo d’intesa con Federbeton – ha sottolineato il presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo – si inserisce in questo solco, consentendo a un importante settore industriale come quello del cemento di elevare il grado di sostenibilità produttiva della filiera e, contestualmente, di valorizzare al massimo i combustibili solidi secondari da rifiuti che il nostro sistema può mettere a disposizione. Non è scontato ricordare come, a nostro avviso, i benefici ambientali derivanti dall’impiego di CSS siano legati a fattori importanti come la sostanziale attenuazione delle emissioni di CO2 e il minor consumo di combustibili fossili. Si tratta, di fatto, di applicazioni che si allineano agli obiettivi di sviluppo sostenibile e di decarbonizzazione stabiliti dalle direttive europee e, soprattutto, di una risposta efficace e misurabile alla sfida imprescindibile posta dalla lotta ai cambiamenti climatici”.