Il second hand è sempre più al centro delle scelte d’acquisto degli italiani e anche durante le feste ha aiutato l’ambiente e i portafogli. Secondo Wallapop 8 italiani su 10 scarterebbero volentieri un regalo di seconda mano, mentre per subito.it ogni compravendita sulla piattaforma consente di risparmiare in media 28 kg di CO2
Non più (o non solo) grandi magazzini: lo shopping natalizio nel 2024 guarda anche al mercato dei prodotti usati, sia nei negozi fisici che sulle piattaforme online. Sempre più italiani, infatti, prendono in considerazione l’acquisto di regali di seconda mano. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Wallapop, popolare piattaforma dove si possono acquistare e vendere prodotti second-hand, realizzato in collaborazione con mUp Research. Secondo la ricerca, 8 italiani su 10 scarterebbero volentieri un regalo di seconda mano, soprattutto se esteticamente perfetto e funzionante. Di questi, il 47% dichiara di preferire un libro usato, mentre il 28% riceverebbe volentieri anche capi d’abbigliamento e piccoli elettrodomestici. L’11%, poi, considera importante l’impatto ambientale positivo di questa scelta.
Ma cosa spinge i consumatori a scegliere un prodotto usato anziché uno di nuova produzione? Il 44% degli intervistati ha dichiarato di essere mosso da ragioni ambientali, mentre il 35% spera di salvare il portafogli. Quasi 8 su 10 confermano di voler comprare fino a 5 regali second-hand, mentre l’86% ne acquisterebbe fino a 10. Anche il tabù del regalo “riciclato” potrebbe essere presto sdoganato. È il caso dei libri: per oltre la metà degli intervistati, sono i migliori oggetti a cui dare una seconda vita come dono di Natale.
La diffusione di buone pratiche eco-friendly emerge anche dalla ricerca condotta da Vaayu per Subito.it, la seconda piattaforma di e-commerce italiana. Degli oltre 18,7 milioni di utenti unici che ogni mese visitano la vetrina virtuale per fare acquisti, il 52% sceglie l’usato in alternativa al corrispettivo bene nuovo, percentuale che sale al 55% nella categoria dei dispositivi elettronici. Secondo il report, anche imballaggio, trasporto e consegna nella maggior parte dei casi hanno un ridotto impatto ambientale: l’80% di chi spedisce un prodotto lo fa utilizzando un imballaggio già presente in casa o comunque già utilizzato per altro (come ad esempio confezioni di precedenti acquisti). La stessa percentuale sceglie lo scambio di persona e dichiara di raggiungere il luogo dell’appuntamento a piedi o affidandosi ai mezzi pubblici. Di questi, il 63% assicura di non utilizzare alcun tipo di imballaggio, il 30% di riutilizzare un packaging già usato in precedenza.
Confrontando tutte queste variabili, Subito stima che ogni compravendita sulla piattaforma consenta di risparmiare in media 28 kg di CO2 non immessi nell’atmosfera, pari alla quantità di anidride carbonica che un albero assorbe in un anno. “Abbiamo chiesto agli utenti se l’usato per loro è una prima scelta o un ripiego. Il 60% ci ha detto che quando inizia a cercare un bene parte proprio dall’usato. Comprando ciò che già esiste, evito virtualmente la produzione di un bene nuovo, ma anche i costi di discarica collegati allo smaltimento”, spiega a Ricicla.tv Silvia Campanella, Head of Sustainability di Subito.it. La piattaforma da dieci anni ha avviato l’Osservatorio sulla second-hand economy, condotto da BVA Doxa, che monitora a 360 gradi il business dell’usato in Italia. “Negli anni – prosegue Campanella – questo fenomeno cresce sempre più: la vendita in particolare è cresciuta dalla pandemia in poi, come se si fosse abbattuto il pregiudizio che la legava al concetto di bisogno, cioè ‘Vendo qualcosa perché ho bisogno di guadagnare’. Certo che il guadagno continua a essere un driver, ma non è il principale. Le persone vendono per fare spazio e non sprecare. La media di guadagno di chi vende usato è intorno agli 850 euro, quindi non una fonte di reddito, ma un piccolo contributo al bilancio familiare. Chi acquista invece lo fa proprio per risparmiare”.