RIMINI. Nel 2015 la raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici in Italia è aumentata del 7% rispetto all’anno precedente. Tuttavia il raggiungimento dell’obiettivo europeo del 45% di raccolta sull’immesso a consumo complessivo resta ancora lontano. Complice la scarsa attenzione dei cittadini al corretto conferimento dei raee, ma anche il pesante ritardo del Governo nell’adozione di provvedimenti chiave a supporto della raccolta e dell’avvio a riciclo dei rifiuti elettrici come i decreti attuativi sul trattamento adeguato e sull’1 contro 0. Restano però altri problemi strutturali che si stanno registrando negli ultimi mesi: se a monte infatti esiste un problema sulla raccolta, a valle c’è stato un crollo sui prezzi delle materie prime derivanti dal trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Crollo che, viene da sé, compromette il sistema di domanda e offerta su cui si basa qualsiasi mercato, compreso – evidentemente – quello del riciclo. Da aprile ad oggi il valore di ferro, plastica ed alluminio è calato nell’ordine del 30-35%, con una precipitazione dei prezzi avvenuta in modo particolare nel mese di settembre. Criticità che rischiano di sovvertire la filosofia dei rifiuti: senza un intervento su questa dinamica dei prezzi il riciclo non servirà più a produrre valore, bensì rischia di essere soltanto un costo. Alla luce di questo scenario in chiaroscuro, dopo più di un anno dall’entrata in vigore del decreto 49 del 2014, nella cornice di Ecomondo 2015 i principali attori del comparto si sono dati appuntamento per fare il punto sullo stato di salute della filiera dei raee in Italia. Ricicla ha ascoltato Fabrizio D’Amico, presidente Cdc raee, Sergio Cristofanelli, Ministero dell’Ambiente, Elisabetta Perrotta, Fise Assoambiente, Gabriele Canè, Assoraee.