Pubblicata la bozza del nuovo decreto end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione. Il Ministero dell’Ambiente accoglie gli appelli degli operatori e propone una nuova tabella per le analisi da condurre sugli aggregati recuperati
Una tabella modulata sulla base degli utilizzi finali per la ricerca dei parametri di contaminazione negli aggregati recuperati prodotti dal riciclo dei rifiuti inerti. Questa la soluzione proposta dal Ministero dell’Ambiente nel nuovo schema di regolamento ‘end of waste’ sui rifiuti da costruzione e demolizione – sottoposto ieri alla consultazione dei portatori d’interesse – che dovrà sostituire il decreto entrato formalmente in vigore lo scorso 4 novembre ma la cui efficacia è stata rinviata dal Parlamento al maggio del 2024 dopo le proteste degli operatori di settore. “Procediamo spediti per giungere a una riformulazione del testo in tempi rapidi – ha commentato il vice ministro dell’Ambiente Vannia Gava – aprendo al contributo migliorativo degli operatori del settore. Questo nuovo step ci consentirà di semplificare ulteriormente sì da giungere ad un provvedimento quanto più possibile condiviso ed efficace, tanto sul piano ambientale quanto su quello economico”.
Congelato il vecchio decreto, proseguono quindi i lavori per la messa a punto del nuovo regolamento che nella bozza sottoposta a consultazione presenta non poche novità, a partire proprio dalla revisione della tabella con i limiti di concentrazione, che nella versione allegata al primo decreto era stata giudicata dagli operatori come troppo restrittiva, al punto da esporre il settore del recupero al rischio di un blocco delle lavorazioni. Nella nuova bozza il Ministero sembra aver accolto gli appelli delle imprese, proponendo una tabella con due valori limite per ogni parametro, a seconda dell’utilizzo cui l’aggregato recuperato sarà destinato: più elevate le soglie per gli aggregati da destinare a recupero ambientale, riempimento e colmata, più severe quelle per applicazioni avanzate che vanno dalla realizzazione di miscele bituminose al confezionamento di calcestruzzi. Alla tabella bipartita è associata poi una seconda tabella, più snella, con un set di parametri e limiti esclusivamente destinato agli aggregati da utilizzare nella produzione di clinker e cemento.
Tra le altre novità contenute nella bozza di decreto anche l’inclusione dei rifiuti da costruzione e demolizione abbandonati nell’elenco dei codici ammessi per la produzione di aggregati recuperati, l’aggiunta della UNI EN 13108 tra le norme tecniche di riferimento per la certificazione Ce dell’aggregato recuperato e l’aggiornamento della tabella con le norme tecniche per l’utilizzo. La proposta di decreto sarà in consultazione per i prossimi dieci giorni, decorsi i quali il Ministero dovrà attivare una nuova procedura di notifica all’Ue con i conseguenti e canonici 90 giorni di ‘stand still’, trascorsi i quali il regolamento potrà essere formalmente adottato. L’obiettivo è quello di arrivare alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro il prossimo 4 novembre, termine ultimo per la revisione della disciplina fissato dall’ultimo decreto ‘milleproroghe’. Dalla data della pubblicazione gli operatori del riciclo avranno poi 180 giorni di tempo per adeguare le proprie autorizzazioni. Occorrerà fare in modo che il nuovo termine preceda quello per l’adeguamento delle autorizzazioni al vecchio decreto, formalmente ancora valido e fissato dal ‘milleproroghe’ al 4 maggio 2024.