Entro il 31 marzo comuni e gestori del servizio rifiuti dovrebbero inviare le comunicazioni sulla qualità ai sensi del TQRIF, ma ARERA è in ritardo con l’attivazione del portale e sta valutando il rinvio della scadenza. Nel frattempo, continua il silenzio del regolatore sui dubbi applicativi relativi alle nuove componenti perequative della tariffa rifiuti
Proroga in vista per gli obblighi di comunicazione relativi alla qualità del servizio rifiuti. Stando al testo unico approvato dall’autorità di regolazione ARERA nel 2022, il cosiddetto TQRIF, entro il 31 marzo di ogni anno a partire dal 2024 i gestori dovrebbero comunicare all’autorità e all’ente territorialmente competente il numero totale di utenze al 31 dicembre dell’anno precedente, suddivise per tipologia (domestica e non domestica), nonché le informazioni e i dati inerenti alle prestazioni soggette ai livelli generali di qualità. Al momento, tuttavia, né il format né tanto meno il portale per le comunicazioni sono pronti a partire, e per questo l’autorità starebbe valutando di rinviare la scadenza. Secondo fonti informate consultate da Ricicla.tv, il termine ultimo verrebbe fissato a 30 giorni dall’attivazione del portale. Quindi in una data sicuramente successiva a quella del 31 marzo.
Da settimane ormai il ritardo accumulato da ARERA nella pubblicazione delle informazioni e degli strumenti relativi alle comunicazioni sulla qualità sta generando incertezze e fibrillazioni tra gli enti locali, i gestori del servizio pubblico e i fornitori dei servizi informatici a supporto delle attività di tariffazione. “L’autorità sottolinea giustamente i tempi certi di risposta che fissa per gli enti competenti e, altrettanto giustamente, sanziona chi non li rispetta – dice Gaetano Drosi, amministratore unico di Softline – sarebbe molto democratico, oltre che autorevole, che l’ente fissasse gli stessi requisiti anche per sé stessa, sia in termini di qualità che di tempi”.
Ma le tensioni sul fronte del rapporto tra comuni, gestori, software house e regolatore non si limitano al solo TQRIF. Continua a far discutere, infatti, anche il silenzio di ARERA sui dettagli applicativi delle nuove componenti perequative della tariffa rifiuti, operative da gennaio di quest’anno per coprire i costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e degli eventi calamitosi. I nodi da sciogliere sono tanti, avvertono da settimane enti locali e imprese. Al punto che “se lasciata alla libera interpretazione di ogni ente – chiarisce Drosi – l’applicazione di queste componenti non sarebbe di certo uniforme”. E in più, secondo i comuni, rischierebbe di trasformarsi in una “tassa impropria” a carico delle finanze degli enti locali. “Se fosse un film, quello di ARERA sarebbe ‘Il silenzio dei non innocenti’. Purtroppo non lo è”, commenta Drosi.