Due emendamenti al decreto milleproroghe approvati dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato rinviano a novembre il termine per il tagliando al decreto end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione e a maggio la scadenza per l’adeguamento delle autorizzazioni
Prolungare di sei mesi il periodo di monitoraggio del decreto ‘end of waste’ sui rifiuti da costruzione e demolizione, e rinviare a sei mesi dalla sua conclusione il termine ultimo entro il quale gli impianti dovranno adeguare le proprie autorizzazioni. Lo prevedono due emendamenti identici (presentati da Lega e PD) al decreto milleproroghe approvati nella serata di ieri dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato. Slittamento in vista insomma per la doppia scadenza che il decreto ‘end of waste’, in vigore dallo scorso 4 novembre, fissa al momento al prossimo 4 maggio: quella per l’eventuale revisione del regolamento e quella per l’adeguamento delle autorizzazioni. Se confermati nella legge di conversione del milleproroghe, gli emendamenti scorporeranno i due termini: la fine della fase di ‘tagliando’, rinviata di altri sei mesi, verrebbe fissata quindi al 4 novembre 2023, mentre il termine per l’adeguamento delle autorizzazioni slitterebbe a ulteriori sei mesi da quella data, quindi al 4 maggio del 2024.
Il rinvio della doppia scadenza era stato annunciato nei giorni scorsi dal vice ministro dell’Ambiente Vannia Gava al termine di un incontro con l’associazione dei riciclatori Anpar nell’ambito del tavolo di lavoro per la revisione della nuova disciplina sulla cessazione della qualifica di rifiuto. In quell’occasione l’associazione era tornata a lanciare il proprio grido d’allarme sui principali profili di criticità della norma, a partire dai limiti di concentrazione fissati dalla tabella 2 per la ricerca di contaminanti nella matrice solida degli aggregati riciclati prodotti dal trattamento dei rifiuti da costruzione e demolizione. Parametri considerati troppo restrittivi, soprattutto per sostanze come IPA e cromo esavalente, e tali secondo Anpar da impedire quasi del tutto le operazioni di riciclo. Un allarme che nei mesi scorsi l’allarme sul decreto era stato lanciato dall’intera filiera dell’edilizia e delle costruzioni, ma anche da enti territoriali come Regione Lombardia e Città Metropolitana di Milano e, più recentemente, dall’associazione dei produttori di materiali bituminosi SITEB.
Agli appelli degli operatori il vice ministro Gava ha risposto garantendo la piena disponibilità del Ministero a tener conto nella revisione del testo di tutte le osservazioni presentate dalle associazioni. Già nei mesi scorsi il dicastero aveva dato una prima risposta dicendosi pronto a valutare una modulazione dei valori tabellari sulla base degli usi cui gli aggregati riciclati sono destinati. “Probabilmente l’approccio tabellare, netto, sui valori limite dev’essere mitigato anche dalle condizioni di utilizzo, cioè da un ricorso più ampio all’analisi di rischio – aveva dichiarato il capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del MASE Laura D’Aprile, nel corso di un workshop coordinato da Città Metropolitana di Milano e Assimpredil Ance. Il tavolo di lavoro potrebbe essere convocato già la prossima settimana, “quando i funzionari del ministero in collaborazione con quelli di Ispra e dell’Istituto Superiore di Sanità saranno in grado di produrre una bozza del nuovo regolamento da sottoporre al parere degli stakeholders” aveva comunicato Anpar.
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