A pochi giorni dalla nuova gara di incentivi per il biometano manca il decreto ministeriale che dovrebbe dare attuazione alle modifiche PNRR concordate con l’Ue, estendendo il regime anche al revamping degli impianti forsu. Il GSE: “Operatori dovranno attendere il quarto bando”, in calendario per giugno 2024
I gestori di impianti a biogas da rifiuti organici dovranno aspettare giugno 2024 per provare ad accedere agli incentivi PNRR per la produzione di biometano. A pochi giorni dall’apertura della gara per l’assegnazione della terza tranche del ciclo di sostegni da 1,7 miliardi di euro, prevista per il prossimo 22 dicembre, manca infatti ancora il provvedimento che dovrebbe rendere operativa la modifica al PNRR approvata nei giorni scorsi dall’Ue per estendere il meccanismo anche agli interventi di revamping di impianti forsu esistenti. “Questo aggiornamento – ha spiegato Federico Mandolini del GSE nel corso di un webinar – dovrà essere veicolato da un apposito strumento normativo”. Strumento del quale, tuttavia, al momento non c’è traccia.
A oggi le regole tecniche del ciclo di incentivi, introdotte con il decreto del Ministero della Transizione ecologica del 15 settembre 2022, includono nel perimetro degli interventi ammissibili – oltre alla costruzione di nuovi impianti da scarti agricoli e forsu – la riconversione da biogas a biometano di soli impianti agricoli. Per allargare il meccanismo anche al revamping di impianti biogas da forsu serve quindi un nuovo decreto, con la firma, stavolta, del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Questo tipo di provvedimento tuttavia ha in genere tempi di gestazione medio lunghi, ed evidentemente il dicastero non è riuscito a comprimerli nelle due settimane trascorse tra l’ok del Consiglio Ue alle modifiche PNRR, arrivato lo scorso 8 dicembre, e la pubblicazione della terza gara, in calendario per il 22 dicembre. Ecco perché, ha detto Mandolini, “purtroppo nel terzo bando non sarà possibile presentare interventi di riconversione in ambito forsu“.
Restano quindi fuori, per il momento, una cinquantina di strutture di recupero della frazione organica dei rifiuti, con una capacità produttiva di circa 200 milioni di metri cubi di biogas, convertibili in 100 milioni di metri cubi di biometano. “È ragionevole aspettarsi che l’accesso agli incentivi – ha spiegato Mandolini – sarà possibile a partire dal quarto bando”, che è in calendario per il 3 giugno 2024 e le cui graduatorie dovrebbero essere pubblicate il 31 ottobre. Quando mancheranno meno di due anni alla scadenza del 30 giugno 2026, termine ultimo per l’entrata in esercizio degli impianti pena la revoca del diritto agli incentivi.
Se l’estensione degli incentivi al revamping di impianti forsu è rimandata alla prossima primavera, quindi alla quarta procedura competitiva, scatterà invece già dalla terza tranche il meccanismo anti-inflazione introdotto con la conversione in legge del decreto asset, in virtù del quale sia la tariffa incentivante che le spese ammissibili ai fini del contributo in conto capitale dovranno essere aggiornati su base mensile dal GSE. Un intervento che dovrebbe offrire agli operatori maggiori garanzie rispetto alla effettiva remuneratività degli incentivi, sciogliendo uno dei nodi che hanno fin qui frenato la partecipazione alle aste. Deludente l’esito delle prime due gare, che a fronte di oltre 175mila metri cubi incentivabili, hanno assegnato un coefficiente di poco meno di 56mila metri cubi. Meno di un terzo di quello disponibile.
Proprio il flop delle prime aste, del resto, aveva spinto il governo a contrattare con l’Ue anche la modifica dei target della misura. A partire dall’obiettivo dei 600 milioni di metri cubi da centrare entro il 31 dicembre di quest’anno, che rischiava di compromettere il pagamento della quinta rata del PNRR e che per questo è stato rinviato al 30 giugno 2025 con una nuova definizione: da obiettivo di “produzione supplementare” a obiettivo di “sviluppo della capacità di produzione”. Una modifica tutt’altro che formale, “visto che si parla ora di aumento della capacità produttiva, senza andare a vedere se il biometano sia stato effettivamente prodotto alla data”, ha chiarito Mandolini. Modifica che si applicherà anche al target finale dei 2,3 miliardi di metri cubi al 30 giugno 2026. Resta fissato a settembre del 2025, invece, il termine per l’adozione del provvedimento per la riduzione dei costi di connessione degli impianti alla rete nazionale del gas, una delle riforme del capitolo integrativo RePowerEu.