L’emergenza pandemica non ferma il lavoro di risanamento delle discariche abusive, che anzi continua a procedere verso la chiusura della procedura d’infrazione europea aperta nel 2014. Sette i siti contaminati stralciati dalla Commissione Ue sulla base dei dossier presentati a giugno dello scorso anno dall’ufficio del Commissario di governo, il Generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà, che portano a 33 il numero degli interventi che restano da completare sugli 81 complessivamente affidati all’Ufficio del Commissario nel marzo 2017. «Questo ulteriore risultato semestrale è un punto importante nel nostro operato – commenta Vadalà – poiché ci sprona a continuare sulla strada che stiamo “costruendo” giorno per giorno, conferma che il metodo di lavoro incessante che abbiamo sviluppato è quello corretto ma soprattutto perché, tale risposta positiva dalla Direzione Ambiente della Commissione, abbatte ancora la sanzione economica in capo all’Italia che scende ulteriormente di 2.800.000,00 per ogni anno».
Erano 200 le discariche non a norma oggetto della condanna comminata sette anni fa all’Italia dalla Corte europea di Giustizia, con una multa da 42 milioni di euro una tantum, più una da 43 milioni circa per ogni semestre di ritardo, con l’accordo di ridurla di 200mila euro per ogni discarica bonificata. Oggi i siti risanati sono 167, 48 dei quali sotto la supervisione del Commissario di governo, con la sanzione semestrale scesa a 7 milioni 200mila euro. «Ad oggi – dichiara la sottosegretaria alla Transizione ecologica Ilaria Fontana – rimangono soltanto 33 siti da bonificare, grazie al lavoro congiunto del Ministero dell’ambiente, oggi Ministero della Transizione ecologica. Sanare questa ferita per il territorio è un atto dovuto per poter guardare al futuro e scongiurare ulteriori danni all’ambiente». Degli ultimi sette siti usciti dall’infrazione, quattro sono in Calabria e gli altri tre in Sicilia, Campania e Lazio.
Un lavoro, quello del Commissario, che il covid non è riuscito ad arrestare. «Il nostro è un impegno di squadra svolto dall’Arma dei Carabinieri e in sinergia con il Ministero della Transizione Ecologica ed è un dovere che prosegue anche nell’urgenza nazionale del Covid-19 poiché la nostra missione non si ferma e corre dietro alla sanzione, che stiamo costantemente decrementando ogni semestre.Ci siamo adattati ad operare anche nelle condizioni poste dall’emergenza pandemica – spiega il Generale – abbiamo strutturato una sala conferenze interattiva con cui dialogare “a distanza” con i referenti dislocati nei territori da bonificare».