«Valutare l’adozione di tutti gli atti necessari a ridurre il contributo annuale di iscrizione al SISTRI […] dalla data del 1 gennaio 2016 e fino alla piena operatività – previo collaudo con esito positivo – del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti […] scorporandone la parte relativa agli oneri di costituzione del SISTRI e limitandolo solo a quelli di funzionamento».
Così recitava la risoluzione a firma dell’on. Piergiorgio Carrescia datata addirittura allo scorso giugno e rispetto alla quale a gennaio il Ministero aveva registrato l’approvazione della Commissione Ambiente di Montecitorio, incassando di fatto l’impegno formale del governo. Il vincolo doveva partire sin dall’inizio dell’anno, eppure alla vigilia del versamento del contributo – quando oramai le imprese che pure confidavano in una riduzione dell’onere contributivo si sono dovute inevitabilmente mettere in regola, pena salate sanzioni – non si è registrato nessun decreto attuativo in uscita dagli uffici del Ministero, né tanto meno sono venuti chiarimenti o rassicurazioni dalle parti di via Cristoforo Colombo.
Il silenzio è stato rotto solo ieri, quando lo stesso Carrescia ha rivolto alla sottosegretaria del Minambiente Silvia Velo, presente in Commissione Ambiente, una interrogazione a risposta immediata. Oggetto della stessa, per l’appunto, la richiesta di pubblicazione urgente del decreto per la rideterminazione del contributo Sistri. Di seguito la risposta integrale della Velo:
«Il Governo intende tenere fede agli obiettivi prefigurati in materia di SISTRI, in particolare la riduzione dei contributi a carico delle imprese, a valle di un processo di semplificazione e rimodulazione dei costi di esercizio del Sistema.
A quest’ultimo riguardo, vorrei infatti ricordare che l’ordinamento prevede che i costi derivanti dalla costituzione e dal funzionamento del SISTRI sono a carico degli operatori, mediante il pagamento di un contributo annuale e che l’articolo 188-bis del codice dell’ambiente prevede che la riduzione di tali contributi è possibile una volta conseguita la riduzione dei costi di esercizio del Sistema attraverso il processo di semplificazione del Sistema stesso.
Il Ministero dell’ambiente sta perseguendo quest’ultimo obiettivo attraverso l’affidamento della nuova concessione SISTRI con una auspicata rideterminazione del corrispettivo riconosciuto al concessionario e l’adozione del decreto di semplificazione ed ottimizzazione del sistema. Come ho avuto modo di rappresentare lo scorso 10 febbraio presso questa Commissione, confermo che tale decreto è il passaggio intermedio per poter ridurre il contributo annuale SISTRI.
Per quanto riguarda la procedura di affidamento della nuova concessione SISTRI, in data 26 giugno 2015, CONSIP ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il bando di pre-qualifica per la selezione dei concorrenti. La fase di pre-qualifica si è conclusa in data 16 ottobre 2015 con l’ammissione di tutti i richiedenti. Il termine previsto per la presentazione delle offerte, inizialmente fissato al 21 dicembre 2015, è stato successivamente prorogato, su richiesta delle imprese partecipanti in ragione della complessità della gara, alla fine del mese di marzo 2016. Sono in corso di valutazione le offerte pervenute dai partecipanti alla gara. Il termine per la conclusione della procedura e l’aggiudicazione della gara scadrà nel mese di settembre 2016, dopo di che vi sarà un naturale periodo di affiancamento all’attuale gestore, con successiva entrata in esercizio del nuovo sistema ragionevolmente nei primi mesi del 2017.
Il decreto ministeriale determina invece le condizioni di esercizio della nuova concessione garantendo modalità di funzionamento semplici ed efficaci introducendo il necessario presupposto per rimodulare verso il basso i contributi richiesti alle imprese e (es. interoperabilità dei sistemi, modalità off-line e trasmissione asincrona dei dati) in linea con le proposte formulate dalle Associazioni imprenditoriali in occasione del Tavolo di consultazione che il Ministero dell’ambiente ha organizzato lo scorso anno.
Il decreto in questione pertanto non incide immediatamente sull’entità dei contributi dovuti per il 2016, né avrebbe potuto farlo come sopra ricordato, ma riducendo i costi del sistema pone in essere le condizioni indispensabili per rideterminare i contributi degli utenti.
Riguardo alla tempistica di entrata in vigore del predetto decreto che ha natura regolamentare, si deve sottolineare che l’iter di emanazione è stato caratterizzato da fasi piuttosto articolate, stante anche la complessità della materia e quindi, alcun ritardo è imputabile al Ministero che ha operato con estrema efficienza e scrupolo nell’azione istruttoria e di stesura definitiva. Il decreto è stato inviato lo scorso 4 aprile al Ministero della giustizia per il visto del Guardasigilli ed il successivo inoltro alla Corte dei conti, adempimenti prodromici rispetto alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ed alla sua entrata in vigore, che ragionevolmente si possono auspicare entro maggio».
Insomma la pubblicazione in Gazzetta non si avrà prima di maggio, quando ormai i benefici materiali del provvedimento saranno inefficaci perlomeno per l’anno in corso, ma a lasciare interdetti è un altro aspetto. L’interpretazione del vincolo di impegno del Governo da parte del Ministero sembra passare per il completamento della procedura di affidamento messa a bando dalla Consip, a valle della quale ci sarebbe una “rideterminazione del corrispettivo riconosciuto al concessionario” restando in linea col principio dell’ordinamento con cui si prevede che i costi siano “a carico degli operatori”. In altre parole soltanto da una riduzione dei costi può derivare una riduzione del contributo, e d’altra parte la sottosegretaria lascia a sua volta poco spazio alle interpretazioni quando dice che “il decreto in questione pertanto non incide immediatamente sull’entità dei contributi dovuti per il 2016”. Questo passaggio sarebbe garantito da un altro aspetto dello stesso decreto, all’interno del quale si prevede una determinazione delle condizioni di esercizio all’interno delle quali ci sono sia sviluppo tecnologico che semplificazioni di servizio che evidentemente non potranno essere efficaci neppure da maggio, bensì non prima che sarà pienamente conclusa la procedura di aggiudicazione. Ed è proprio sul bando che si hanno nuove informazioni per la prima volta da mesi: a fine marzo si sono conclusi i termini – prorogati di tre mesi – per la presentazione delle offerte. Proroga rimasta ignota a fronte del regime di procedura ristretta all’interno del quale si svolge il bando Sistri. Si negherebbe così quanto appreso nei mesi scorsi dalla Consip: la fase di esame che si presumeva come già in corso sarebbe di fatto in avanzamento solo da un mese. Ciò vuol dire che tutte le previsioni sono da procrastinare e difficilmente il concessionario sarà individuato prima di settembre, quando di fatto scadrà la gara stessa: seguirà una fase di affiancamento del nuovo gestore a Selex SeMa e infine una piena entrata in esercizio del Sistri 2 “ragionevolmente nei primi mesi del 2017” (e, ci si augura, questa volta non prima di una adeguata e condivisa fase di sperimentazione).
Questo però è il futuro, mentre il presente è segnato ancora da un onere indebito e da una promessa non mantenuta: per di più – senza entrare nella legittima interpretazione che il Ministero ha dato all’atteso decreto nel quale pure si leggeva “dal primo gennaio e fino alla piena operatività” – in una vicenda che per trasparenza ha a dir poco peccato negli anni com’è quella del Sistri sarebbe forse stato buon senso non attendere un’interrogazione alla vigilia della scadenza dei versamenti prima di dirimere un dubbio che pesa sui bilanci di migliaia di imprese.