RIMINI. «Sistri? Dipende dall’esito della gara». Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, a margine del taglio del nastro della 19esima edizione di Ecomondo ospitata come di consueto da Rimini Fiera affida agli sviluppi del bando per l’affidamento della concessione del Sistri il futuro delle aziende che dal primo gennaio 2016 saranno obbligate ad utilizzare il disastrato sistema informatico per svolgere le loro attività. Nessuna exit strategy, almeno in apparenza, di sicuro nessuna risposta alle imprese che nelle scorse settimane si erano fatte sentire inviando delle missive all’indirizzo dello stesso Galletti presso il suo dicastero. La prima risale all’inizio del mese scorso, quando a scrivergli erano state le PMI raccolte sotto la sigla di Rete Imprese Italia, la seconda solo a pochi giorni fa, quando a paventare il blocco delle attività sono state le società e le amministrazioni pubbliche della regione Campania che in via eccezionale sono soggette all’obbligo della tracciabilità informatica anche per gli rsu, coinvolgendo quindi non soltanto le attività private, ma anche – per l’appunto – quelle impegnate nel servizio pubblico. Le conseguenze sarebbero gravissime in entrambi i casi, con un intero comparto bloccato dal rischio di incorrere in gravi sanzioni e che in Campania potrebbe addirittura tradursi in una nuova emergenza rifiuti nelle strade. A fronte dei pesanti timori però il Ministro sembrerebbe tranquillo e addirittura ottimista: «Abbiamo fatto passi in avanti, saremo in grado di avere nei prossimi mesi un sistema più leggero per le imprese, con meno burocrazia e più efficiente». Poco importa che le prime lettere d’invito stiano partendo solo ora dalla Consip: probabilmente Galletti confida in tempi da record, nonostante alla pubblicazione del bando per le manifestazioni di interesse si fosse preventivamente riservata 360 giorni di tempo a partire dal termine ultimo per la presentazione delle offerte. Termine che, per intenderci, è ancora ignoto in quanto si riferisce a quello contenuto nelle lettere di invito di cui sopra. Resta davvero difficile immaginare un esito positivo, tanto più che non ci si può nemmeno affidare all’ennesima proroga. La messa in liquidazione di Selex Sema e l’annesso contenzioso che il prossimo 2 dicembre arriverà nell’aula del tribunale amministrativo del Lazio chiudono ad un nuovo ricorso al milleproroghe per lasciare le cose come stanno. La sicumera del Ministro è davvero difficile da interpretare: se da un lato si può comprendere la volontà politica di andare avanti con il Sistri, dall’altra più che i proclami alle imprese sarebbe certamente stata gradita una risposta più votata alla pragmaticità che ai proclami. In queste condizioni programmare l’attività per le aziende è un vero enigma, e se davvero si dovesse andare avanti a testa bassa il 2016 si preannuncia caldissimo.