Vetro “campione” dell’economia circolare: riciclo al 70,3%

di Vincenzo Scatola 18/02/2016

Riciclabili all’infinito a costi decisamente contenuti, gli imballaggi in vetro sono i veri campioni dell’economia circolare. Anche di quella “made in Italy”, seppur con il solito gap che divide nord e sud del Paese quando si parla di gestione ottimale dei rifiuti. Lo conferma il rapporto Il riciclo del vetro e i nuovi obiettivi europei per la circular economy”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per conto di Assovetro, associazione nazionale degli industriali del vetro aderente a Confindustria. Nonostante la crisi e la contrazione dei consumi, la raccolta differenziata degli imballaggi ha toccato quota 77%, mentre il tasso di riciclo è passato dal 68,3% del 2010 al 70,3% del 2014. Un aumento che, nell’ultimo anno, ha consentito il risparmio di materie prime tradizionali per circa 3.020.000 tonnellate, di energia per 316 milioni di metri cubi di metano e di emissioni per circa 1,9 milioni di tonnellate di CO2.

«Il settore del vetro, riciclabile al 100%, è certamente una avanguardia virtuosa per le alte performance di recupero e riuso di materia. L’Italia, con Assovetro, è in prima linea per rafforzare il ruolo di eccellenza che questa filiera rappresenta sia dal punto di vista ambientale che economico e occupazionale» ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gian Luca GallettiAttualmente, si legge nel rapporto, in Italia il comparto conta 20.200 occupati e produce 1,4 miliardi di PIL, con il 70% degli investimenti green. Il settore della produzione e riciclo del vetro è anche un importante driver economico per tutta l’Europa, capace di generare 125mila posti di lavoro, contribuendo con 9,5 miliardi al Pil europeo e riducendo del 48% l’utilizzo di materie prime.

«Dalla ricerca – osserva Edo Ronchi Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – emerge che il vetro, che può essere riciclato più volte e reimpiegato per rifare lo stesso tipo di prodotti è un modello di riferimento per l’economia circolare che punta a ridurre il prelievo di materie prime dall’ambiente, quindi a minimizzare la produzione di rifiuti, a valorizzare la durata dei prodotti e il loro riutilizzo, a rimettere in circolo i materiali massimizzando il riciclo dei rifiuti e azzerando lo smaltimento di rifiuti in discarica». Guardando ai nuovi target di riciclo (75% nel 2025 e 85% nel 2030) fissati dall’Europa nel pacchetto sulla “Circular Economy” presentato lo scorso dicembre, però, ci si rende conto che di strada da percorrere ce n’è ancora tanta. Soprattutto sul fronte della quantità e qualità delle raccolte differenziate. Oltre 512.800 tonnellate di vetro finiscono infatti ancora nei rifiuti indifferenziati, mentre altre perdite emergono negli impianti di selezione e trattamento dei rottami di vetro, dove ben 150mila tonnellate di scarti, per il 90% di vetro, finiscono in discarica insieme ai materiali di scarto a causa della scarsa qualità della raccolta.

A pesare sul dato nazionale è soprattutto il ritardo del sud, sia nella raccolta che nel riciclo. Sono infatti 358.719 le tonnellate di imballaggi in vetro raccolte nel 2014 dalle regioni del Mezzogiorno, contro 1.038.734 del nord, con la Lombardia che da sola raccoglie più di tutto il meridione: ben 399.343 tonnellate. Sud indietro anche nei tassi di riciclo. In Italia nel 2014 il riciclo pro capite degli imballaggi è stato di 26,6 Kg/ab, ma guardando le macro aree geografiche il nord registra 34,9 Kg/ab, il centro 24,6 Kg/ab e il sud solo 16,6 Kg/ab, con un tasso di riciclo che a nord ha toccato circa il 73% contro il 54,9% del sud. Per raggiungere gli obiettivi posti dal pacchetto circular economy – stima il rapporto di Assovetro – il riciclo pro capite dovrà arrivare a 28,4 kg nel 2025 e 32,2Kg nel 2030 con uno sforzo molto maggiore per il Sud. Nel 2025 il tasso di riciclo per il Sud dovrà infatti aumentare del 20% contro il 2% del Nord.

Maggiore qualità della differenziata e tecniche più efficienti di selezione sono i due obiettivi ai quali puntare per ridurre lo scarto di quasi sette punti percentuali tra la raccolta al 77% ed il riciclo al 70,3%, spiega il rapporto. Per migliorare il ciclo sarà necessario quindi puntare sull’informazione ai cittadini, evitando che cristallo e ceramica vengano conferiti insieme al vetro e che sia ridotta al minimo la frazione fine, quei piccolissimi pezzetti di vetro misti a ceramica e cristallo non selezionabili; occorre anche dare obiettivi ai Comuni che non siano solo legati alle quantità intercettate con raccolta differenziata, ma anche alla loro riciclabilità. Occhio anche ai metodi di raccolta differenziata: “sì” alla tradizionale “campana”, al primo posto per efficienza con il 96% del vetro raccolto che viene effettivamente riciclato; “no” invece al multimateriale pesante, che mette insieme vetro, metallo e plastica, e che vede avviato a riciclo solo il 65% del vetro in esso contenuto, con uno scarto quindi di ben 35 punti percentuali. Punto qualificante dovrà essere anche l’incremento delle attività di ricerca e il miglioramento degli impianti per ridurre al minimo gli scarti che nel 2014 sono stati di 150.000 tonnellate, per il 90%, 135mila tonnellate, costituiti da vetro e che sono aumentati di circa il 2% tra il 2011 e il 2014. Tra i miglioramenti impiantistici in atto ci sono sofisticati selettori ottici che rimuovono i frammenti di ceramica e sul fronte della ricerca, la Stazione sperimentale del vetro sta portando avanti un progetto di ricerca per il recupero di questi scarti.

 

 

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